Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2016
Durata:57 min.
Etichetta:Nuclear Blast Records

Tracklist

  1. RESET
  2. KILLING YOUR TIME
  3. NO TOMORROW
  4. SIGNAL PATH
  5. SKY FALLS IN
  6. NEEDLE & SUTURE
  7. SHADOW
  8. BLOW YOUR MIND
  9. SOUL EATING MACHINE
  10. IT WAITS
  11. SUFFER FOOLS

Line up

  • Mike Howe: vocals
  • Kurdt Vanderhoof: guitars
  • Rick VanZandt: guitars
  • Steve Unger: bass
  • Jeff Plate: drums

Voto medio utenti

Dopo un inizio di carriera ad altissimi livelli, i Metal Church hanno poi perso qualche colpo, anche per una forte instabilità a livello di formazione, che di coloro che realizzarono l'esordio "Metal Church" vede ora tra le sue fila il solo Kurdt Vanderhoof.
Non è quindi una novità l'aver dovuto assistere ad un turbinio di musicisti che prendono parte ad un disco dei Metal Church, quello che caratterizza "XI" è invece il ritorno dietro al microfono di Mike Howe, proprio l'ex cantante degli Heretic che aveva sostituito David Wayne a partire da "Blessing in Disguise" (1989) sino a "Hanging in the Balance" (1993) passando per lo stupendo "The Human Factor".

Tre dischi sui quali i chitarristi erano John Marshall e Craig Wells, anche se Kurdt Vanderhoof non aveva voltato le spalle al gruppo, contribuendo al songwriting e con qualche passaggio di chitarra, pertanto la collaborazione tra quelli che possono essere considerati due pilastri della formazione statunitense non è poi del tutto inedita. Infatti, in coppia hanno scritto canzoni come "The Human Factor", "Betrayed" o "The Final Word", quindi rivederli assieme accresce, e di molto, le attese.
Aspettative che tutto sommato "XI" rispetta, pur non arrivando ai livelli dei primi quattro album, con alcuni brani come "No Tomorrow" e "Suffer Fools" che sono realmente in grado di rievocare antiche sensazioni. Il tocco dei Metal Church è immediatamente riconoscibile, tanto quanto la voce di Howe, un grande interprete che è un vero piacere ritrovare in ottima forma dopo tanti anni passati lontano dalle scene Metal, soprattutto il songwriting è decisamente più riuscito rispetto a quello delle uscite più recenti, come nel case dell'insipido "Generation Nothing".

La line-up è completata da quegli stessi musicisti che già erano presenti su "This Present Wasteland" e il già citato "Generation Nothing", ossia la sezione ritmica composta da Steve Unger e dall'ex Savatage Jeff Plate, e dal chitarrista Rick VanZandt, che conferma il suo buon affiatamento con Vanderhoof. E le chitarre caratterizzano subito le prime battute dell'opener "Reset" e della seguente "Killing Your Time", pronte a ripercorrere l'intero spettro sonoro dei Metal Church, da sempre alfieri del miglior US Power, Speed & Thrash Metal, con un occhio di riguardo per le melodie, quelle non banali bensì sinuose e talvolta malinconiche ed oscure, come quelle espresse magnificamente da una "Signal Path" davvero da brividi. In occasione del terzetto "Sky Falls In", "Needle & Suture" e "Shadow" scopriamo i Metal Church rallentare il passo a favore di un incedere inquietante ed ipnotico, e se "Soul Eating Machine" è un pezzo immediato e diretto, è invece la teatralità a governare "It Waits", che cede poi il passo alla conclusiva "Suffer Fools", all'insegna dei Metal Church d'annata.

Forse si poteva far di meglio a livello di resa sonora non particolarmente profonda e potente, probabile conseguenza dell'aver deciso (scelta obbligata?) di registrare negli studi dello stesso Vanderhoof che, coadiuvato da Chris Collier, si è preso cura delle registrazioni e della produzione.

Tempo fa in occasione della ristampa di "The Human Factor" conclusi la mia disanima con una pensiero che ripropongo con fiera convinzione:
.. i Metal Church hanno sempre combattuto, non sempre hanno vinto, eppure dopo ogni KO, hanno nuovamente trovato la forza per ripresentarsi.
Anche per questo meritano tutto il nostro rispetto.




I was born to review
Hear me while I write... none shall hear a lie
Report and interview are taken by the will
By divine right hail and write
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti
grande ritorno

''XI'' è semplicemente un capolavoro dell' hard n heavy. Mike Howe dimostra tutta la sua bravura, Kurdt Vanderhoof sfoggia tutta la sua classe con dei riff mostruosi. Questo album è alla pari dei capolavori passati se non addirittura superiore.

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 07 feb 2018 alle 20:04

signal path clamorosa

Inserito il 02 apr 2016 alle 01:15

Premessa: i MC son sempre stati tra i miei preferiti. 2/3 pezzi di questo nuovo disco -che ho ascoltato davvero,tante volte- sono realmente ridondanti e da skip, 2/3 brani sono buoni e altri 3/4 abbastanza convincenti, ma tutti hanno chitarre tirate via, poco curate (ne hanno due, potrebbero usarle...) e una produzione un po' di cacca, leggerina ed asciutta. Il miglioramento rispetto scialbo disco precedente è evidente, Howie ci mette del suo ed è un piacere risentirlo ma... poteva essere un 7,5 aggiustando imperfezioni, arrangiamenti e leggerezze varie, invece per me si ferma ad un 6,5/7-

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