Copertina 5,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2016
Durata:43 min.
Etichetta: Deathstrike Records

Tracklist

  1. THE ELEMENT OF DESTRUCTION
  2. PROPHET OF FIRE
  3. BLAZING FIRES IN THE NIGHT
  4. UNHEARD PRAYER
  5. RITUAL OF 3 CANDLES
  6. GUIDED BY TWO MOONS

Line up

  • Molestor Kadotus: vocals
  • Avenger: guitars, bass, drums, synths

Voto medio utenti

I Black Priest of Satan, il cui monicker non può non generare un vago sorriso, sono un duo tedesco che, dopo un paio di EP, esordisce sulla lunga distanza grazie all'interesse della Deathstrike Records la quale licenzia "Element of Destruction" oggetto della nostra recensione.

Dunque, cosa suona un gruppo con un nome come quello dei nostri?
Ovviamente black metal. Risposta scontata direi.

Meno scontato è, invece, il modo in cui il black viene eseguito dai Nostri.
I sei brani dell'album mettono in evidenza, infatti, un approccio doomish alla materia e sono connotati da un fortissimo sapore esoterico - ritualistico che li rende molto più simili a preghiere, ovviamente oscure, piuttosto che a canzoni.
Tutto questo si traduce in una musica adagiata su costanti mid-tempos durante i quali Molestor Kadotus e Avenger, il primo alle voci, il secondo agli strumenti, dipingono i loro inni al maligno con suoni di chitarra velenosi e vagamente death, partiture di batteria sempre molto semplici, sporadici interventi dei tasti d'avorio e stramberie vocali (scream, nenie, voci stentoree, cori...) che sono le vere protagoniste dell'album al pari dell'atmosfera sulfurea che si respira durante l'ascolto.

Non sempre, lo sottolineo, il risultato finale è apprezzabile.
La registrazione un po' confusa non aiuta i Black Priest of Satan ad essere sempre efficaci, e le loro idee, sebbene a volte siano interessanti, più spesso si perdono all'interno della eccessiva lunghezza dei pezzi ed in soluzioni noiose e prive di mordente con la conseguente evidenza che "Element of Destruction" non è un disco che lascerà il segno nella scena.
Di certo restano alcuni momenti inquietanti e di sicuro fascino, ma quelli poco ispirati o semplicemente brutti sono in quantità maggiore!
Spero Satana perdoni questi due baldi tedesconi.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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