Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2016
Durata:45 min.
Etichetta:Inverse Records

Tracklist

  1. DIE YOUNG
  2. …AND SO THEY FUELED THESE VEINS WITH CHAOS
  3. SHADOW OF THE BEAST
  4. TATTERED WINGS
  5. FOR THE MOON AND MERCURY
  6. TILL THE END
  7. ROAD TO RUINS
  8. CHILDREN OF THE NIGHT
  9. REVENGE

Line up

  • Tomi Ihanamäki: guitars
  • Tomi Kurtti: vocals
  • Anne Latva-Somppi: bass
  • Oskari Viljanen: drums

Voto medio utenti

I finlandesi Amoth si definiscono una band progressive metal. Dopo svariati ascolti mi sento di dire che tutto sommato è vero, anche se a un primo approccio questo "Revenge" mi ha lasciato abbastanza incredulo. Sicuramente i giovani di Helsinki, qui alla seconda fatica discografica, hanno un concezione molto particolare del genere progressive, quantomeno in "controtendenza" con le produzioni più recenti e moderne. Innanzitutto la scelta timbrica rimanda più all'heavy/thrash più "secco" e immediato di Iced Earth, Iron Maiden o Metallica che alle "iper-produzioni" di scuola Fascination Street, e questo è un primo scoglio da tenere a mente. In secondo luogo, strutturalmente parlando, i brani sono tutti abbastanza lineari e dalla durata contenuta. E allora cosa cavolo c'è di prog in quest'album? Sicuramente una certa ricerca sul fronte delle ritmiche non scontate (come nella breve e iniziale "Die Young"), repentini cambi d'atmosfera e di registro (lo special di "...And So They Fueled These Veins With Chaos", il finale di "Tattered Wings" o l'epica "Children Of The Night") o delicate e inaspettate concessioni acustiche (la breve "For The Moon And Mercury"). Detto questo, i tre quarti d'ora dell'album non impressionano particolarmente per le capacità compositive del quartetto: molti riff e molti "gesti" sono di derivazione fin troppo netta dalle band sopraccitate (il cantato e la parte strumentale di "Road To Ruins" sono tutto un programma) e questo non gioca a favore di una formazione, di fatto, esordiente. La Inverse Records ci ha creduto e, oggettivamente, le potenzialità ci sono, ma i presupposti per "il botto" al momento, ahimè, no. Se fossi nel combo batterei il ferro finché è caldo, non aspetterei altri cinque anni per una nuova uscita e mi butterei a capofitto nella stesura di nuovo materiale: potrebbe bastare a correggere qualche "difetto di fabbrica" e ad acquistare maggiore visibilità.
Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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