Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2015
Durata:non disponibile
Etichetta:Lava Atlantic

Tracklist

  1. TIME AND DISTANCE (THE DASH)
  2. MADNESS OF MEN
  3. PROMETHEUS
  4. MOUNTAIN LABYRINTH
  5. KING RURIK
  6. PRINCE IGOR
  7. THE NIGHT CONCEIVES
  8. FORGET ABOUT THE BLAME
  9. NOT DEAD YET
  10. PAST TOMORROW
  11. STAY
  12. NOT THE SAME
  13. WHO I AM
  14. LULLABY NIGHT
  15. FORGET ABOUT THE BLAME (MOON VERSION)

Line up

  • Paul O'Neill: Guitars
  • Robert Kinkel: Keyboards
  • Jon Oliva: Keyboards
  • Al Pitrelli: Lead and Rhythm Guitars
  • Chris Altenhoff: Bass
  • Luci Butler: Keyboards
  • Chris Caffery: Guitars
  • Shih-Yi Chiang: Keyboards
  • Roddy Chong: Violin
  • Angus Clark: Guitars
  • Jane Mangini: Keyboards
  • Johnny Lee Middleton: Bass
  • John O. Reilly: Drums
  • Anna Phoebe: Violin
  • Jeff Plate: Drums
  • Alex Skolnick: Guitars
  • Derek Wieland: Keyboards
  • Dave Wittman: Drum, Guitar and Bass Inserts
  • Jeff Scott Soto: vocals on 3
  • Kayla Reeves: vocals on 7, 12
  • Robin Borneman: vocals on 8
  • Russell Allen: vocals on 9
  • Jennifer Cella: vocals on 10
  • Adrienne Warren: vocals on 12
  • Lzzy Hale: vocals on 15

Voto medio utenti

Ben 6 anni sono passati da quando la Trans-Siberian Orchestra ci ha donato un album in studio (ovviamente al netto di ristampe, best of, raccoltoni e chi più ne ha più ne metta); era il 2009 e quel disco era "Night Castle". Paul O'Neill e soci, con il natale alle porte, hanno quindi pensato fosse ora di tirar fuori un nuovo coniglio festivo dal cappello, ed eccoci qui a recensire ed ascoltare "Letters from the Labyrinth".

Ora, mettiamo subito in chiaro una cosa: io NON sono tra quelli, a mio avviso con il prosciutto sulle orecchie, che idolatrano qualsiasi cosa abbia a che fare in qualche modo con i Savatage; perché orsù, parliamoci chiaro, per moltissimi la TSO era solo un'incarnazione più o meno riuscita dell'immortale band dei fratelli Oliva, e questo non solo per il coinvolgimento di Jon, ma anche per la partecipazione ai vari albums (e concerti, non dimentichiamolo, la TSO è innanzitutto una formidabile macchina da live shows) di quasi chiunque sia passato pure per caso dai Savatage. E invece l'orchestra nasce con intenti diversi, fa musica diversissima, molto spesso fondendo elementi della musica classica con il metal moderno, e non basta la partecipazione di Jon Oliva o chi per lui per rendere automaticamente un prodotto degno di acquisto. Non per me, almeno.

Fatta la doverosa premessa, "Letters from the Labyrinth" è un onesto e godibilissimo album in pure stile TSO, con molti brani strumentali (la cui maggioranza è una rielaborazione di famosi pezzi classici, da Beethoven a Mussorgsky a Rimsky-Korsakov) ed alcuni cantati, soprattutto nella seconda parte, con un roster da far invidia a chiunque. Appena discretuccie le prove più muscolose, come ad esempio una "Not Dead Yet" con un irriconoscibile Russell Allen dietro al microfono, o "Stay" che saccheggia senza vergogna l'arpeggio iniziale di "Sanitarium" dei Metallica; interessante la versione "moon" della song "Forget about the Blame" cantata dalla bravissima Lzzy Hale; ma ho trovato molto più ispirati i pezzi strumentali, con riarrangiamenti intelligenti e bilanciati tra l'originale capolavoro classico e la resa moderna. Quasi tutti i brani, peraltro, sono già in rotazione nella setlist live dell'orchestra, come può testimoniare il video in calce, risalente a quasi un anno fa.

Il classico album natalizio, insomma? Sì. Ma onestamente, "Letters from the Labyrith" è un album carino, che si ascolta con piacere, soprattutto per chi come il sottoscritto ama la musica classica, oltre al metallo. Per tutti i nostalgici dei Savatage, invece, un consiglio: fatevene una ragione. La gente nasce, la gente muore. Move on.

Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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Inserito il 23 nov 2015 alle 12:17

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