Copertina 8

Info

Anno di uscita:2015
Durata:60 min.
Etichetta:Massacre Records

Tracklist

  1. CALL ME UNDER
  2. PART OF ME
  3. INTO THE SUN
  4. IN CASE OF EMERGENCY
  5. BREAKOUT
  6. BEHIND CLOSED DOORS
  7. NEVER ENDING MISERY
  8. TONIGHT
  9. THE PROPHET'S CHOICE
  10. TESTIFY
  11. DESTINY
  12. NEW MESSIAH

Line up

  • Basti: drums
  • Stefan: guitars
  • Berni: vocals
  • Flo: bass
  • Michael: guitars

Voto medio utenti

Facciamo due conti: cos’ha donato finora al mondo l’Austria? L’arciduca Francesco Ferdinando, Hitler, il Graz (risate registrate) e l’immenso Toni Polster (che ora si è dato al canto, chissà che non me lo ritrovi da recensire a breve). Ecco, da oggi in poi all’intelligentissima lista di cui sopra aggiungete pure il nome dei Crossing Edge, band nata nel nord del paese, a Wels per la precisione, ma destinata a sbancare.

Perché questa sicurezza? Perché i 5 giovanotti d’oltralpe hanno tutto il necessario per inserirsi di prepotenza in un ristretto gruppo di band capaci di interessare facendo metalcore, ovvero il genere più saturo di gruppi del nuovo millennio. E ci riescono senza stravolgere più di tanto la proposta, rimanendo su binari sicuri ma pregni di un talento che solo pochi hanno, sia nel comparto musicale sia in quello vocale. Niente eccessi, niente invenzioni strampalate, niente ammiccamenti, solo tanta (ecco, troppa?) buona musica. Il troppa al solito è dovuto alla mia fissa personale secondo cui un album non dovrebbe durare più di 40-45 minuti, ma se mi odiate per questo mio ripetermi..andate pure oltre, vi capisco. Anche perché in casi come questi, dove la qualità è senza dubbio altissima, il concetto va un po’ sfumando..ma son dettagli.
Breakout” è formalmente il secondo disco degli austriaci, ma in realtà si tratta del primo album per una major, la Massacre Records, che li ha adocchiati e messi sotto contratto qualche anno dopo l’uscita del debutto “Of Ghosts and Enemies”, datato 2012. Ho parlato di formalità anche perché questo nuovo album contiene in larga parte brani già proposti 3 anni fa, alcuni riarrangiati e altri assolutamente identici, più qualche inedito. La fortuna e l’abilità dei Crossing Edge sta nel non proporre mai consecutivamente un brano simile all’altro ma di diversificarsi all’interno del disco, evitando il fattore noia e coinvolgendo l’ascoltatore dall’inizio alla fine. E’ un metalcore particolare quello degli austriaci, farcito di parti più heavy metal che mi hanno ricordato in più di un’occasione la proposta musicale dei Machine Men, celebri “emuli” degli Iron Maiden ma, analizzati razionalmente, band innovativa di indubbio valore, ingiustamente mal etichettata. Altro paragone è con i nostrani Hate Tyler, soprattutto per alcune linee vocali delle strofe. Azzeccatissimo e ragionato in tal senso è l’uso delle clean vocals nella classica alternanza con growl e scream, anche se le prime hanno una netta preponderanza nell’ora che compone “Breakout”, senza per questo trascinare i brani nelle paludi del melenso.

Segnateveli e comprateli, se vi piace il genere, perché i Crossing Edge sono destinati a lasciare il segno nel mondo del moderno –core e “Breakout” è sicuramente un ottimo esordio, uno di quelli che tra qualche anno vorrete vantare nella vostra collezione personale.

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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