Terzo disco completamente strumentale del chitarrista spagnolo Tony Hernando, musicista forgiato dalla scuola californiana GIT e artefice di un Cd fusion-jazz intramezzato da sprazzi e sfumature mediterranee che non disdegnano momenti hard-rock.
Il mix di queste componenti produce nel complesso un prodotto dai contenuti grintosi resi tali anche dal contributo dell’onnipresente batterista Mike Terrana e del bassista Pepe Bao. I fraseggi dell’ispano-americano sono puliti e sorprendono per abilità e tecnica con l’intercalare di scale ritmiche d’impatto.Un lavoro questo destinato agli amanti della sei corde ma che probabilmente per questa sua particolarità sembra limitare l’effettiva riuscita di un disco un po’ carente di originalità e inventiva. Nonostante il risultato appaia meno acerbo rispetto al suo precedente "The Shades Of Truth", Hernando, sembra ostinarsi alla ricerca spasmodica di riff che alla lunga appaiono sinceramente un po' noiosi, probabilmente a causa della mancanza di un cantato che riuscirebbe a dare più calore e verve a un Cd che nonostante tutto non è assolutamente da censurare. Un album comunque in grado in grado di trasmettere emozioni e che non delude le aspettative degli addetti ai lavori, questo grazie al talento messo in campo in ogni singolo brano. In ogni caso l’aspettativa futura è legata ad una concreta evoluzione del musicista il cui obiettivo sarà quello di coinvolgere un pubblico meno elitario e di consacrarsi tra i big della sei corde.
"III" è accompagnato da un DVD che si discosta molto per contenuti dal lavoro audio, ma che ci permette di apprezzare, grazie ad una serie di pezzi live, l’effettiva bravura di Hernando e quella del nerboruto Mike Terrana, un batterista dalla potenza ritmica consistente. Un contributo video in cui, nonostante un modesto spiegamento di mezzi tecnici, rende merito al chitarrista capace di infondere ottime melodie e in possesso di un bel tiro, caratteristiche che saranno in grado di catturare in futuro un pubblico più ampio.