Copertina 7

Info

Anno di uscita:2014
Durata:13 min.
Etichetta:Organized Crime

Tracklist

  1. WAKE UP CALL (INTRO)
  2. OPPOSITE DAY
  3. RITUAL OF SNACKRIFICE
  4. HAIL TO THE JEEF
  5. SUBTERRANEAN THRASH ASSAULT
  6. THE BLUNTOCALYPSE
  7. THE DAWN OF THE DUDE

Line up

  • Devil Dan: vocals
  • Leon St. Cin: guitar
  • Justin Toxicated: guitar
  • Jimmy "Wolfdaddy" Eberle: bass
  • Ryan O'Brien: drums

Voto medio utenti

Se vogliamo riconoscere almeno un merito ai Municipal Waste è senz’altro quello di aver riportato in auge un filone, quello del thashmetal, rimasto nel dimenticatoio per decenni. Oltre ad aver fatto scoprire alle nuove leve una manciata di band fondamentali per lo sviluppo della musica estrema (D.R.I., S.O.D., M.O.D., Cryptic Slaughter, Suicidal Tendencies, etc…), hanno anche dato il via ad una nuova scena, che, nostalgicamente, ha cercato di rinverdire i fasti di quegli anni. Questo ha portato, inevitabilmente e come succede per ogni sotto filone del metal, ad inflazionarla con una manciata di gruppi validi, ed altrettanti, se non di più, davvero inutili.

Dove si collocano i Cross Examination? Direi esattamente nel mezzo. Fermo restando che stiamo analizzando un EP di sette brani ma di appena tredici minuti, con una durata media dei pezzi di un minuto e mezzo, come da manuale, direi, penso che un’idea precisa della proposta dei nostri possiamo farcela. Innanzitutto il fatto che questo EP arrivi a ben sei anni dal primo full length fa presupporre che sia un’uscita transitoria, in attesa del nuovo album. Ciononostante, lo stile dei nostri è più che ben delineato, andandosi ad assestare esattamente lungo le coordinate di cui parlavamo in apertura. Testi ironici, brani velocissimi, asciutti, scevri da ogni complicanza ritmica o compositiva, soltanto riff su riff macinati a più non posso, e devo dire che stiamo parlando anche di pezzi interessanti, se non fosse per la voce atroce di Devil Dan, veramente inascoltabile (meno male che almeno ci sono i classici cori sguaiati a supportarlo…). Un ringhio costante che dopo qualche secondo vi fa venire voglia di passare oltre e cercare una band più meritevole. Il che sarebbe un errore, perché, ripeto, musicalmente il disco spacca eccome, e non ha niente da invidiare ai ben più blasonati Municipal Waste, citati in apertura, che forse hanno in più, rispetto ai nostri, una produzione più potente, e soprattutto Tony Foresta dietro il microfono, che pur non essendo un virtuoso della voce riesce ad urlare con criterio, non so se mi spiego…

Tornando all’EP, se escludiamo la opener “Wake up call”, una sorta di spoken word con qualche riff di sottofondo, e la titletrack, che chiude l’EP un po’ come è iniziato, e cioè con un parlato sopra una base di riff lenta e ossessiva, per il resto ci troviamo davanti a cinque brani assestati tutto sullo stesso ottimo livello, il che fa presagire ottime cose per il prossimo album in studio. Se poi via facendo i nostri riuscissero ad allontanare il singer e a sostituirlo con un cantante decente, direi che i risultati potrebbero essere ancora migliori. Nel caso specifico gli ha fatto perdere almeno mezzo punto nel voto finale…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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