Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2015
Durata:38 min.
Etichetta:Slaney Records

Tracklist

  1. MORS INDECEPTA
  2. PROCLAIM THE GOSPEL LIES
  3. BAPTIZED IN BLOOD AND GREED
  4. DYSPHORIC REALITY
  5. LOBOTOMIZED
  6. LUST FOR HATE
  7. PARASITIC LIFE
  8. AS WE ROT...(PROMISES OF HEAVEN)

Line up

  • Orestis Drapaniotis: drums
  • George ''Dimator'' Dimitrakakis: guitars (lead)
  • Mike Kavalos: vocals
  • Stelios Sfendylakis: guitars (rhythm)
  • Panagiotis Polioudakis: bass

Voto medio utenti

Ascoltare il debutto dei Biotoxic Warfare è un po' come stare in saletta con loro. I suoni sono ruvidi e "live", terribilmente veri, c'è frastuono, c'è parecchia potenza e si sente quasi odore di sudore e birra. Ma forse questo sono io.

La band greca debutta con un concentrato energetico a base di thrash grezzo e death, un suono in grado di unire Slayer, vecchi Metallica, Sodom, Kreator ad Obituary e Dismember e che ricorda da vicino i Sepultura dei tempi andati. Una serie di putridi riff sega-ossa vengono sparati fuori dalle casse, una voce sguaiata con fondo di catarro ci sbraita sopra, mentre la batteria "tupa-tupa style" si limita a tenere il tempo.
Ignoranza allo stato brado.
La cosa funziona ma potrebbe funzionare ancora meglio. Saltuariamente i Biotoxic Warfare (i nomi belli sembrano finiti) inseriscono qualche rallentamento che vuole portare una sorta di oscurità nella canzone, usano qualche arpeggio per spezzare il ritmo, ma dove davvero sono tosti, è nello sparatutto. Con un sostegno dietro ai tamburi adeguato, il disco guadagnerebbe un punto pieno, per questo prima dicevo che potrebbero fare meglio. La staticità e la mancanza di spinta si fa un po' sentire sulla lunga distanza, tutto viene affidato alla botta dei riff senza un supporto adeguato. Riff che, a volte sembrano attaccati uno all'altro con lo scotch, con un andamento non troppo scorrevole e questo, in un disco ignorante, è un po' una pecca. Apprezzabile, invece, il lavoro solistico che non imita quello di K.King e Hanneman ma prova, senza sfociare in tecnicismi, a costruire qualcosa.

Basta rompere le balle! A parte i leggeri difetti elencati, Lobotomized è un lavoro più che degno che, in fondo, va preso per quello che è: un concentrato di cazzimma.

Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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