Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2005
Durata:73 min.
Etichetta:Black Widow
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. SINGING IN THE GRAVE
  2. BLACK CHAKRAS
  3. NUCLEAR SIREN
  4. INTRO / DEVIL WOMAN
  5. MY WAY
  6. BACKSTABBER
  7. DOOM METAL ALCHEMY
  8. LOVER FROM THE GRAVE
  9. CEMETARY SHADOWS
  10. FRUSTRATED
  11. PAID LOVE
  12. YOU WILL LEARN…
  13. PAIN OF LIFE
  14. VIOLENCE
  15. PAID LOVE (LIVE)

Line up

  • Ari Honkonen: guitar, vocals
  • Tommi Pakarinen: bass
  • Viljami Kinnunen: drums

Voto medio utenti

I Minotauri sono un doom-trio Finlandese attivo da una decina d’anni, ma finora a parte poche realizzazioni in tiratura limitatissima non avevano ancora potuto presentarsi al grande pubblico. A rimediare alla situazione ci ha pensato la nostra Black Widow, sempre più protagonista del settore, pubblicando questo album che raccoglie buona parte del materiale composto dalla band dagli esordi ad oggi.
I finnici non mostrano alcuna remora ad omaggiare nel booklet le formazioni sulle quali hanno plasmato il loro stile, ed infatti notiamo nomi di culto come Pentagram e Sarcofagus ma soprattutto il riferimento all’ala oscura della Nwobhm, quindi gente come Angel Witch, Witchfynde e Witchfinder General, che ha certamente influenzato parecchio lo sviluppo musicale di questo gruppo, oltre agli immancabili Black Sabbath originari.
Quindi c’è un forte profumo primi anni ’80 nel sound dei Minotauri, un impatto assai più heavy che gotico o cimiteriale, brani grintosi e dinamici uniti a belle atmosfere fosche e severe, tecnica valida e giusta attitudine per un album che può interessare non soltanto i fans del doom, ma anche quelli del primo metal ruspante e genuino.
Numerosi gli episodi di spessore, dalla partenza orrorifica e tenebrosa di “Singing in the grave” al ruvido ma trascinante Pentagram-style di “My way” o “Backstabber”, o ancora i temi rallentati ed evocativi di “Devil woman” e “Doom metal alchemy”, maestose e dotate di buona impronta melodica. Nella lunga sezione bonus troviamo invece le tracce già pubblicate in passato ed ormai introvabili, facenti parte degli Ep “Pain of life” e “Cemetery shadows”, così da completare la conoscenza della band Scandinava.
Se c’è un limite nella proposta dei Minotauri è quello della componente vocale. Ari Honkonen, valente chitarrista e compositore, non brilla altrettanto come cantante e pur non lesinando l’impegno il risultato evidenzia qualche debolezza di troppo. Poco potente e non abbastanza teatrale e drammatico, l’impianto vocale del gruppo richiederebbe la presenza di un Liebling o di uno Stahl per essere davvero efficace e posizionare il trio nel gotha del doom contemporaneo.
Comunque quello dei Minotauri resta un esordio di buon livello, l’ennesima gradita sorpresa di un genere che prosegue imperterrito a sfornare formazioni interessanti.

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