Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2016
Durata:59 min.
Etichetta:Napalm Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. STAFF IN THE SAND
  2. THE RED ROBES
  3. IN THRALL TO THE SORCERESS
  4. SWORDS TO THE SKY
  5. VON STURMER
  6. FALLEN CHILDREN
  7. A SHADOW IN THE HILLS
  8. THE THIRST

Line up

  • Tom Sutton: vocals, guitar
  • Staffan Björck: guitar
  • Patrik Andersson Winberg: bass
  • Hans Lilja: drums

Voto medio utenti

Il secondo “rintocco di campana” discografico firmato The Order Of Israfel è l’ennesima dimostrazione che nel doom-metal, un po’ come in tutti i generi molto rigorosi, sono spesso i “dettagli” a fare la differenza.
Gli svedesi hanno tutte le qualità per piacere agli estimatori del genere: vocazione, esperienza e cultura specifica, tecnica, persino il look … quello che però non mi sembra possiedano è quella “scintilla” nel songwriting capace di differenziarli dalla massa degli adoratori del metallo pernicioso, qualcosa che possa farli uscire, pur senza tradire il loro credo, dalle rigide pastoie del mid-tempo plumbeo e ferale, peculiare e tuttavia alla lunga pure un po’ soporifero.
A dire la verità i nostri ci provano a rendere maggiormente vario il canovaccio stilistico e le piccole digressioni celtiche (sparse qua e là e poi condensate in un brano dal mood vagamente Jethro Tull-esco come “Fallen children”) con cui condiscono i loro monoliti sonici possono rappresentare sicuramente una soluzione intrigante e produttiva, sebbene al momento non sviluppata in maniera particolarmente consistente o “avventurosa”.
Red robes” appare, così, un disco piuttosto competente e coerente, eppure leggermente carente nella forza espressiva, anche a causa del cantato abbastanza anonimo di Tom Sutton (già apprezzato in Night Viper e Church of Misery, oltre che negli ottimi Horisont, e decisamente più convincente e a suo agio nel ruolo di chitarrista …), che si limita a sostenere con mestiere linee armoniche parecchio prevedibili.
Ciò non toglie che i fans “all’ultimo stadio” di Black Sabbath, Pentagram, Count Raven, Candelmass e Solitude Aeturnus possano trovare in questi oscuri solchi materiale adatto a soddisfare la loro insaziabile sete di “arte nera”, placabile attraverso ponderosi macigni dal titolo “Staff in the sand”, “The red robes”, “In thrall to the sorceress” (bello il break!) e (guarda un po’…) “The thirst”, mentre sono convinto che i meno voraci apprezzeranno ancor di più i fascinosi accenni liturgici di “Von sturmer” e il possente magnetismo dell’eccellente “Swords to the sky”, una traccia finalmente di livello superiore anche sotto il profilo compositivo, gratificata da un notevole impatto emotivo.
Sorvolando sul tentativo non pienamente riuscito di “accelerazione” denominato “A shadow in the hills” (con tanto di pleonastica intro sinfonic-horror-osa), non posso che terminare questa disamina annoverando i doomsters di Gothenburg tra i tanti valenti gregari del settore, sperando di vederli molto presto aspirare a una posizione di primo piano.
Recensione a cura di Marco Aimasso

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 11 ago 2016 alle 08:03

Concordo sul vocalist zavorra

Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.