Cea Serin - The Vibrant Sound of Bliss and Decay

Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2014
Durata:48 min.
Etichetta:Generation Prog Records
Distribuzione:Nightmare Records

Tracklist

  1. HOLY MOTHER
  2. THE ILLUMINATION MASK
  3. ICE
  4. THE VICTIM CULT
  5. WHAT FALLS AWAY

Line up

  • J. Lamm: bass, vocals, keyboards, guitar
  • Keith Warman: guitar, vocals
  • Rory Faciane: drums, percussion

Voto medio utenti

Dopo il roboante debut album targato 2004, degli statunitensi Cea Serin si erano un pò perse le tracce. Tra EP, partecipazioni a compilations ed altre piccole comparsate, il combo della Lousiana latitava da tempo. E ci son voluti ben dieci anni per dare alla luce questo "The Vibrant Sound of Bliss and Decay", che non è altro se non una piacevole conferma di quanto già ascoltato in precedenza.

'Mercurial Metal', lo definiscono loro: una mistura di heavy/prog, fusion, growls, atmosfere eteree e temi astrusi ed impegnativi, il tutto (o quasi) a firma di Jay Lamm, vero mastermind del progetto. In questo nuovo lavoro le tracce sono solo 5, ma il minutaggio è di ben 48 minuti, e tutti gli scafati del genere hanno già capito l'antifona. Tre brani ci presentano il lato più muscoloso e tecnico della band ossia "Holy Mother", "The Illumination Mask" e la strabiliante "The Victim Cult", in cui potreste provare ad immaginare un ibrido tra Symphony X, Fates Warning, In Flames e molto altro. Spezza il fiato la delicata "Ice", firmata dalla cantante canadese Sarah McLachlan e conclude il tutto la lunghissima "What Falls Away", che ci porterà a spasso su impetuosi saliscendi, ma senza mai arrivare alla cattiveria dei tre brani succitati.

La qualità audio è ottima, anche se troppo spesso ho avvertito tracce di onanismo musicale; nessuno tolga ai Cea Serin il merito di proporre musica innovativa, inusuale ed intelligente, ma l'effetto sorpresa a volte stride con melodie un pò forzate, inserite quasi a forza in momenti musicali che gridano la propria indipendenza dalle parole. Un album tutto sommato ben più che piacevole, per una band con mezzi virtualmente sterminati. Da ascoltare con calma.
Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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