Copertina 7,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2001
Durata:54 min.
Etichetta:Noise
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. BREAK THE SILENCE
  2. DESTINY
  3. SIGN OF THE WINNER
  4. THE WORLD WILL BE BETTER
  5. CONDEMNED TO DIE
  6. THE ANGEL
  7. STILL BELIEVE
  8. THE SANDMAN
  9. WORDS OF CHANGE
  10. UNTIL THE END

Line up

Non disponibile

Voto medio utenti

A distanza di circa un anno si riaffacciano sul mercato discografico i francesi Heavenly, scoperti quasi per caso dalla Noise grazie ad un contest sul loro website, che forti di una formazione quasi completamente rinnovata si ributtano a capofitto nel loro power metal melodico, in barba alla critica che li aveva stroncati in occasione del debut "Coming from the Sky" e che invece è stato uno dei bestseller dell'etichetta berlinese.
Di cambiamenti questo "Sign of the Winner" ne presenta, visto che la mancanza di Piet Sielck come produttore si sente, eccome, e si sente in postivo visto che oggigiorno gli Heavenly non sono più la copia carbone degli Iron Savior; una più sapiente produzione a cura del gruppo stesso con un Tommy Hansen (il guru dei Keepers album degli Helloween) in supervisione affida agli Heavenly un power più venato di sinfonie, meno roccioso e più in linea con le ultime produzioni europee del genere, lontane dalla ruvidità teutonica degli Iron Savior.
E d'altronde come potrebbe essere altrimenti quando si è dotati di un cantante "kiskiano" come Benjamin Sotto? In "Sign of the Winner" la sua voce viene valorizzata e lanciata in alto nei 10 brani del disco, tutti su standard qualitativi degni (con i picchi di "The World Will Be Better" e "Condemned to Die"), sebbene a volte i chorus siano leggermente troppo mielosi e zuccherosi, mentre da lodare sono i riffs del nuovo chitarrista Fred che assieme all'inserimento del nuovo bassista Pierre Emmanuelle ha portato nuova linfa agli Heavenly, in precedenza bloccati dagli ex membri Chris Savourey poco amanti del power proposto oggi dagli Heavenly, stavolta fortemente debitore di Stratovarius, Edguy e compagnia bella.
Come al solito di personalità neanche a parlarne ma la qualità davvero non manca, anche se certamente "Sign of the Winner" non potrà mai dirsi un capolavoro od una pietra miliare del power: sicuramente raccomandatissimo a tutti gli amanti del genere, anche visto che si tratta di una band giovanissima con ampi margini di ulteriore crescita, ma ne stiano lontani gli "elitari" ed i rosiconi del caso...
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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