Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2014
Durata:44 min.
Etichetta:Street Symphonies Records
Distribuzione:Andromeda Dischi

Tracklist

  1. UNBELIEVABLE
  2. DON'T LET YOU DIE
  3. HIGHWAY DREAM
  4. MANY REASONS
  5. LET ME BE YOUR BREATH
  6. WONDERFUL RACE
  7. LIKE AN EARTHQUAKE
  8. FALLING DOWN
  9. SOME STARS ...
  10. BORN TO BE A ROCKSTAR

Line up

  • Isabella "Isa" Gorni: vocals
  • Roberto "Roby" Zoppi: guitar
  • Gabriele "Gheghe" Frosi: bass
  • Massimo "Max" Agliardi: drums

Voto medio utenti

Macchine veloci, corse sfrenate, sogni “americani” … tutte “belle storie”, per carità, suggestive e seducenti, ma con il rischio “stereotipo” sempre in agguato. I cremonesi Highway Dream riescono a scansare discretamente bene il consistente pericolo con una certa freschezza espressiva nella scrittura, trasferita agli sfibrati apparati cardio-uditivi dei 3rd millennium rockers tramite una voce femminile potente e versatile e grazie ad architetture musicali adeguatamente incisive e sufficientemente estrose.
Ne scaturisce un dischetto abbastanza godibile, intriso di cultura ottantiana, eppure privo di eccessi parodistici, pilotato dall’ugola stentorea di Isabella "Isa" Gorni e dai riff e dai solos mordaci di Roberto "Roby" Zoppi, mentre a garantire l’efficacia del motore ritmico ci pensano Gabriele "Gheghe" Frosi e Massimo "Max" Agliardi.
Malgrado alcune piccole ingenuità e qualche legnosità armonica, “Wonderful race” dimostra di poter conquistare l’astante in vari modi … con le atmosfere ombrose di “Don't let you die” e “Many reasons”, con il graffio adescante di “Highway dream” (per fornire un’indicazione di massima, qualcosa fra Slash e Skunk Anansie), con i vaghi bagliori di RHCP avvertibili in “Let me be your breath” o ancora con il fascino elettro-acustico di “Some stars ...”, che mi ha ricordato una versione piuttosto “fisica” delle 4 Non Blondes.
A chi ama il fraseggio incalzante e fluido, poi, consiglio l’ascolto della title-track (tra White Lion e Scorpions), ai propugnatori di un pizzico di maggiore fantasia compositiva quello di “Falling down” e ai sostenitori delle urgenti spigliatezze soniche quello di “Born to be a rockstar”, agile conclusione di un albo di buon livello complessivo.
Gli Highway Dream hanno, dunque, i mezzi per cullare ambizioni importanti, soprattutto se in futuro riusciranno a rendere ancora più organica, intraprendente e creativa la loro proposta artistica.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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