Alestorm - Sunset On The Golden Age

Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2014
Durata:48 min.
Etichetta:Napalm Records

Tracklist

  1. WALK THE PLANK
  2. DRINK
  3. MAGNETIC NORTH
  4. 1741 (THE BATTLE OF CARTAGENA)
  5. MEAD FROM HELL
  6. SURF SQUID WARFARE
  7. QUEST FOR SHIPS
  8. WOODEN LEG!
  9. HANGOVER
  10. SUNSET ON THE GOLDEN AGE

Line up

  • Christopher Bowes: vocals, keytar
  • Dani Evans: guitars
  • Gareth Murdock: bass
  • Elliot Vernon: keyboards
  • Peter Alcorn: drums

Voto medio utenti

Arriva in piena estate questo nuovo capitolo discografico della sgangherata band di pirati scozzesi alimentata ad alcol. Siamo oramai arrivati al quarto full-lenght degli Alestorm e la carica di energia non accenna a diminuire, non mostrando segni di cedimento per ciò che riguarda il songwriting e la presa dei pezzi. La qualità della produzione è sempre aumentata lungo tutto il percorso dei pirate-metallers provenienti dalle lande della Scozia ed anche questa volta dimostrano di saperci fare. La combinazione degli ingredienti è invariata, heavy-power intriso di melodie piratesche, cori da pub e allegria alcolica che scorre a fiumi per tutto il tempo del disco. Come ispirazioni si possono sempre citare gruppi storici come Running Wild o Grave Digger, prendendo spunti qua e la dal metal classico e mescolandoli con elementi più personali, creando talvolta atmosfere uniche che possono trasportare ai tempi di Henry Morgan, o sulle pagine di Stevenson, oppure, se preferite, nelle pellicole con protagonista Jack Sparrow. E allora pirati, bucanieri, corsari, filisbustieri, tipologie ignote, salite a bordo del vascello degli Alestorm, le vele si spiegano e si parte per questa nuova avventura in Sunset On The Golden Age.
Il disco contiene dieci tracce per una cinquantina di minuti di durata. Il primo scoglio da passare durante la navigazione è costituito da Walk the Prank, pezzo energico che esalta tutte le caratteristiche proprie della musica dei pirati scozzesi. Energia a mille, la voce inelegante ma perfetta di Christopher Bowes a condurre l'arrembaggio, cori coinvolgenti, melodie folk-pirate accattivanti, chorus orecchiabile e pronto per la sede live, sono queste le peculiarità della musica degli Alestorm. Si passa poi a Drink, brano dal quale è stato tratto il primo video di Sunset On The Golden Age, inno scatenato alla birra, primo highlight dell'album, che sicuramente mieterà diverse vittime durante il prossimo tour promozionale. Un pezzo assolutamente dalla presa immediata, che può anche portarvi in un circuto di repeat track infinito. La seguente è Magnetic North, in cui melodie folk si fondono con riff corposi, cori trascinanti e ritmo da danze piratesche. La quarta traccia è 1741 (The Battle of Cartagena) che rievoca lo scontro di Cartagena de Indias (attuale Colombia) fra la marina inglese, guidata dal vice-ammiraglio Edward Vernon, e la potenza navale spagnola, sotto il comando dell'ammiraglio Blas de Lezo. Un'epica battaglia che portò alla sconfitta del Regno Unito, segnando un punto di svolta nella storia imperiale del Sud America, dove gli spagnoli mantennero il controllo sino al XIX sec. Gli Alestorm, nel raccontare questa vicenda, adoperano un tono eroico, pur non diventando mai realmente seri, mantenendo la solita vena grottesca. La successiva Mead from Hell, traccia saltellante e folkeggiante, che si mantiene il linea con il resto del disco, porta al giro di boa di Sunset On The Golden Age, avendone oramai oltrepassato la metà. Surf Squid Warfare è un altro brano segnato da melodie folk miste ad un metal incisivo e scanzonato, così come Quest for Ships che mantiene inalterata la carica alcolica e lo stile degli Alestorm. La breve Wooden Leg! (eh certo, mica poteva mancare gamba di legno!), introdotta da un giro di basso, è una speed track dove gli scozzesi velocizzano il loro sound, ma continuano alla stessa maniera ad invocare lo spirito inebriante delle antiche scorribande piratesche. Ecco poi la cover di Hangover del cantante britannico disco-pop (?!) Taio Cruz, nulla di originale ma godibile nella versione metallica. Il pezzo che chiude Sunset On The Golden Age è proprio la lunga title-track che racchiude il sunto della musica alestormiana con un tratto lievemente più evocativo.
Al termine di questa ultima fatica degli Alestorm si può dire di aver ascoltato un bel disco, in linea con le precedenti uscite con gli stessi pregi e gli stessi difetti. Chi ha da sempre amato i pirati scozzesi non verrà certamente deluso, chi non li ha mai ascoltati può tranquillamente iniziare da qui, chi non li ha mai sopportati lasci stare pure quest'album. E allora compagni metallari, corpo di mille balene! Per la barba di Achab! Per tutti i bucanieri! Per mille spingarde! Per la benda di barbanera! Buon viaggio con gli Alestorm. Yo ho ho!

Video di Drink



Hangover

Recensione a cura di Stefano Giorgianni

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 11 ago 2014 alle 19:41

lo so bene gnoppi, parlo dell'immagine piratesca naturalmente :-)

Inserito il 11 ago 2014 alle 19:25

Ci ho provato e riprovato, niente da fare, sono simpatici ma non riescono a piacermi. Per me gli unici veri pirati rimangono i Running Wild (di una volta, s'intende). Musicalmente con i RW non c'entrano nulla, comunque. A me piacciono un sacco perchè sono scanzonati, non pretendono di reinventare la ruota però i pezzi restano in testa e si ricordano subito.

Inserito il 11 ago 2014 alle 18:43

Primi 5 pezzi grandiosi, poi il disco si perde un pó, come le altre volte. Forse il precedente nel complesso mi era piaciuto di più, ma pezzi come Magnetic North si fanno davvero apprezzare. Poi live fanno un gran show.

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