Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2014
Durata:35 min.
Etichetta:Candlelight Records

Tracklist

  1. PESSIMIST
  2. ABORTED GENESIS
  3. YESTER HARA
  4. WARPING THE NECRO SPAWN
  5. BROKEN SPECTRE
  6. FEAR
  7. IMPALED UPON YOUR ZODIAC
  8. PRISON OF INTROSPECTION
  9. NAMELESS GRAVE
  10. MORBID EPIPHANY
  11. SOLSTICE OF HOMICIDE
  12. UNDEAD OUTCASTS
  13. FUNERAL HAG
  14. SUMMONING FAMINE-INHERIT AN EMPTY WORLD

Line up

  • Steve Maher: vocals, guitar
  • Bill Whelan: vocals, guitar
  • Steve Finnerty: vocals, bass
  • Johnny King: drums

Voto medio utenti

In giro dal 1994 e da 15 anni che fanno dischi, ma cosa vuoi che abbiano ancora da dire gli irlandesi Abaddon Incarnate con il loro death-grind?
E invece ecco il disco che stupisce, Pessimist è un concentrato di ferocia che ti travolge buttandoti giù dalla sedia e ti calpesta la faccia. I death-grind dei nostri (comunque evolutosi da un death propriamente detto degli esordi) è davvero un piacere da subire, nei suoi 35 minuti, ti vomita addosso non solo rabbia ma anche incubi e, appunto, pessimismo. Le bordate di pura aggressività fatte di blast-beat che ci pestano come una trivella non sono l'unica arma letale (o rettale, fate un po' voi) che hanno a disposizione per stordirci. Mid tempo plumbei che si evolvono (Fear) portano varietà nella loro aggressione, così come gli stacchi improvvisi all'interno di Prison of Introspection e Morbid Epiphany fanno realmente male. Si sente un nero sentimento annichilente, un denso buio che avvolge i brani e finisci per sperare che schegge come Yester Hara oppure Solstice of Omicide ti terminino seduta stante, per non vivere un domani di atroci sofferenze.
L'attacco vocale è truce, abrasivo e l'utilizzo di uno sdoppiamento tra urla strazianti e growl più canonici, porta un'alternanza fondamentale per tenere alta l'attenzione e aumentare il livello distruttivo. La produzione è pulita ma caotica il giusto per creare ulteriore confusione tra chitarre-motosega, bassi sconquassanti e una batteria che sa variare il suo incedere non disdegnando parti tecniche.

Per quanto il grind-death sia un genere chiuso e difficile da stravolgere, gli Abaddon Incarnate riescono a miscelare minime dosi di hardcore, thrash e crust, a palate di vecchio death metal, rendendo la loro proposta più interessante di molti emuli del violento suono di metà-fine anni '80, inglese o statunitense che sia. Non troverete solo Napalm Death e Nasum quindi, ma anche Brutal Truth, Repulsion, Bolt Thrower, Terrorizer, Amebix e ultimi Wolfbrigade.

Poi non venite a piangere eh.

Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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