Copertina 8

Info

Anno di uscita:2011
Durata:54 min.
Etichetta:Relapse Records

Tracklist

  1. MALICE
  2. SIMPLE MATH
  3. END TIME
  4. FUCK CANCER
  5. CELEBRATORY GUNFIRE
  6. SMALL TALK
  7. .58 CALIBER
  8. SWIFT AND VIOLENT (SWIFT VERSION)
  9. CRAWLING MAN BLUES
  10. LOTTERY
  11. WARM EMBRACE OF POVERTY
  12. OLD WORLD ORDER
  13. BUTCHER
  14. KILLING PLANET EARTH
  15. GUT-CHECK
  16. ALL WORK AND NO PLAY
  17. ADDICTED
  18. SWEET DREAMS
  19. ECHO FRIENDLY DISCHARGE
  20. TWENTY BAG
  21. TRASH
  22. DRINK UP
  23. CONTROL ROOM

Line up

  • Dan Lilker: Bass
  • Kevin Sharp: Vocals
  • Richard Hoak: Drums
  • Erik Burke: Guitars

Voto medio utenti

Fra tutte le reunion nate negli ultimi anni come funghi dopo una giornata di pioggia, quella dei Brutal Truth è fra le poche che non hanno ricoperto le vestigia di un glorioso passato costruito attraverso la pubblicazione di opere ancora oggi considerate punti di riferimento del settore con una patina di vergogna.
Da quando la band newyorkese ha ripreso in mano gli strumenti (N.d.r.: la band si riunì dopo anni di silenzio in un concerto benefico, aiutando gli Eyehategod a ricomprare gli strumenti distrutti dal passaggio dell’uragano Katrina) non si è fermata un attimo. Ha alternato una intensa attività dal vivo alla pubblicazione di album in studio, nei “tempi morti” ha rilasciato split EP (la cronaca recente narra di un connubio con i seminali grinder belgi Agathocles) e dvd dimostrando la bontà di un progetto a lungo termine e non la ricerca dei soldi facili alle spalle dei fan/gonzi.
Se con “Evolution through devolution” avevamo ritrovato i Brutal Truth più caustici e - passatemi il termine – tradizionali, impegnati a suonare del grind iconoclasta di qualità, con “End time” la band ha ripreso confidenza con la sua anima più distorta, noise e industriale come già fece anni fa con l’uscita di “Need to control”.
Lontano dalla linearità e dalla esclusiva fisicità di molti acts in circolazione, i Brutal Truth dimostrano di essere capaci di prendere l’ascoltatore alle spalle con decisione e sorpresa. Il caos nervoso e schizofrenico di “End time”, fatto di parti tiratissime, stop and go e pure dissonanze sludge (v. “Drink up”) non è assimilabile al primo ascolto. Necessita di attenzione perché, come un pugile stretto in un angolo del ring, i colpi arrivano da ogni direzione. E sono pugni che fanno male.
“End time” può apparire come un lavoro eterogeneo, man mano che gli ascolti crescono, si nota come la convivenza fra le furiose “Simple math”, “End time” o “Fuck cancer”, la lenta pesantezza di “Warm embrace of poverty”, la crusteggiante “Small talk” e la già citata sludge-core “Drink up” rappresenta solo un approccio a 360° alla materia.
L’innata capacità di mutare pelle e registro senza preavviso rende i Brutal Truth speciali e li differenzia dalla massa. Lo sanno loro, lo sanno alla Relapse (che non ha esitato a ridare fiducia a Lilker & Soci a distanza di anni) e lo sappiamo noi.
Utenti finali che possiamo ancora fidarci dei Brutal Truth ad occhi chiusi dopo tanti anni.

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 17 ott 2011 alle 19:03

correggi, Asino!!!!

Inserito il 17 ott 2011 alle 18:52

"aiutando gli Eyehategod ha ricomprare" per Odino!!

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