Copertina 7,5

Info

Genere:Punk
Anno di uscita:2014
Durata:34 min.
Etichetta:Nuclear Blast

Tracklist

  1. FUCK THE SYSTEM
  2. FUCKING LIAR
  3. HOLIDAYS IN THE SUN
  4. YOU'RE A FUCKING BASTARD
  5. LIE TO ME
  6. THERE IS NO POINT
  7. NEVER SELL OUT
  8. NOIZE ANNOYS
  9. I NEVER CHANGED
  10. WHY ARE YOU DOING THIS TO ME
  11. CHAOS IS MY LIFE
  12. VIOLENT SOCIETY
  13. WAS IT ME
  14. ADDING TO THIER FEARS (BONUS TRACK)
  15. DEATH BEFORE DISHONOUR (BONUS TRACK)
  16. DRIVING ME INSANE (BONUS TRACK)
  17. PULLING US DOWN (BONUS TRACK)

Line up

  • Wattie Buchan: vocals
  • Robbie: guitar
  • Mike: bass
  • Willie Buchan: drums

Voto medio utenti

È di qualche mese fa la notizia che la Nuclear Blast Records ha deciso di mettere sotto contratto gli Exploited, storica band inglese che perfino le vostre nonne conosceranno, almeno di fama. Dato che il loro ultimo lavoro in studio risale niente meno che al 2003, e che negli ultimi anni i nostri hanno mantenuto vivo il proprio nome solo grazie ai devastanti live show in giro per il mondo, come spesso accade in questi casi la label tedesca ha deciso di rinfrescare la memoria ai più giovani e ai più distratti, ristampando gli ultimi tre lavori della band capitanata da Wattie Buchan. Chi conosce bene la discografia degli inglesi capirà subito che non è un caso che la NB abbia scelto proprio questi tre album. Per i meno informati di voi ecco un piccolo riassunto della carriera degli ‘sfruttati’… Dopo i primi due devastanti album “Punk’s not dead” e “Troops of Tomorrow”, capolavori nonché bandiera dello street punk, i nostri danno alla luce “Let’s start a war”, un terzo disco leggermente inferiore alle aspettative, prima di perdersi per strada con due release sicuramente non memorabili come “Horror epics” e “Death before dishonour”. Ed è qui che c’è la svolta nella loro carriera, con la decisione di avvicinarsi progressivamente al metal, al thrash in particolare, e quindi la pubblicazione dei tre album che andremo ad analizzare, e che la Nuclear Blast, non a caso, ha deciso di ristampare, in quanto decisamente più affini al proprio catalogo.
NB: questo cappello è comune a tutte e tre le recensioni…

Se nulla si può contestare agli Exploited dal punto di vista attitudinale, di certo si può affermare che non sono mai stati degli stakanovisti dello studio di registrazione, visti i soli otto album in 24 anni di carriera. E infatti dal precedente “Beat the bastards” all’attuale “Fuck the system” passarono ben sette anni. All’epoca i nostri affrontarono ulteriori cambi di formazione e perfino un cambio di etichetta, tutti motivi che forse possono giustificare questo lungo lasso di tempo. Poco importa, tutto sommato, visto che quest’album spazza veramente via tutto senza lasciare feriti…

“Fuck the system” è la quadratura del cerchio per Buchan e company, in quanto riesce a prendere il meglio di tutte le loro produzioni, mischiando alla perfezione lo stile e l’attitudine punk degli esordi alla sfuriate thrashcore degli ultimi anni, riuscendo a portare a termine il discorso intrapreso con il precedente disco. Violenza pura, iconoclasta, con brani come “Fucking liar”, “Holiday in the sun” (no, non è una cover dei Pistols…), la titletrack, “I never changed” (un titolo un programma, a voler sottolineare l’attaccamento alla scena rimasto immutato), o la devastante “Noize annoys”. I nostri picchiano duro, Willie, l’altro Buchan in formazione, fratello del singer, pesta come un dannato dietro le pelli, e Wattie come al solito sputa sentenze e se la prende col mondo intero (“You’re a fucking bastard”, “Why you are doing this to me”, “Violent society”, la titletrack, etc…).

“Fuck the system” chiude la trilogia che ha traghettato gli Exploited negli anni 2000, una delle poche band sopravvissute illese agli anni ‘70/’80 punk, ed è anche l’ultimo capitolo ristampato dalla Nuclear Blast prima della pubblicazione del nuovo album, previsto tra pochi mesi. Come per “The massacre” anche qui sono presenti delle titletrack per rendere più appetitoso il tutto.

A questo punto la domanda sorge spontanea: cosa aspettarsi da Wattie e soci a undici anni dalla loro ultima release in studio? Se conosco almeno un po’ la band, so che non mi deluderà… l’unico dubbio che ho, ma spero non si arrivi a tanto, è che la label possa influenzare un po’ la direzione dell’album. Spero di sbagliarmi… in ogni caso, ci risentiamo tra qualche mese e vi dirò come è andata a finire…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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