Copertina 8

Info

Anno di uscita:2014
Durata:55 min.
Etichetta:Season of Mist

Tracklist

  1. PALENDROMEDA
  2. HOUNDED BY CALLOUS DECREE
  3. SINS ON SLEEVES
  4. BLACK HOLE SOUTH WEST
  5. BREATHE AND RUN
  6. MYTHOPOEIA
  7. SCARLET EXTREMITIES
  8. ALL WRETCH NO VOMIT
  9. XTAL 0.6
  10. CLEAR LIGHT OF...

Line up

  • Jimbob Isaac: guitar/vocals
  • Nikolai Ribnikov: bass
  • Simon Bonwick: drums

Voto medio utenti

Progressive-Stoner-Easy Doomy/ Power Sludge-Heavy Rock

E che caxxo è? Neanche io lo sapevo prima di ascoltare questo fottutissimo debutto dei gallesi Hark. Perdonate il linguaggio ma questi ragazzi mi hanno fatto venire un bel mal di testa con il loro Crystalline che ha girato a ripetizione nel mio lettore mentre cercando di decifrare la loro proposta ho consumato parecchie bustine di Oki e Momendol disciolti nella birra. Questa è la preparazione che serve se volete affrontare il loro lavoro che vi darà però tante soddisfazioni.

Per capire ancora meglio con chi abbiamo a che fare, è bene specificare che nonostante sia un album d'esordio, dietro a tutto ci sta il buon Jimbob Isaac di quei pazzi dei Taint che, messo a riposo la sua ex band ha fondato questi Hark, un altro terzetto con cui friggerci le cervella.
Questo è infatti quello che succederà affrontando le 10 composizioni (per un'ora di musica) che questo trio ci para davanti. Componimenti senza forma che cambiano e vengono plasmati di nuovo da un momento all'altro e richiedono una costante attenzione per seguirne lo scorrere libero. Senza utilizzare chissà quali suoni o strane scale, adoperando invece le regole del rock/stoner più grezzo. Come dei Mastodon cervellotici in trance, come dei Today is the Day buttati nel deserto, come gli Alabama Thunderpussy sotto acido che provano a suonare prog, come dei Monster Magnet in un coffeeshop che ha finito l'erba, come se fosse antani... Sto divagando ora, ma io me li sono immaginati come una gigantesca palla di plastilina che mentre passa schiaccia tutto, assumendo forme diverse, morbide ma devastanti. Suoni spessi, pieni, slabbrati ma non troppo, che si fanno più duri all'occorrenza e seguono i tempi secchi dettati da una batteria che fa continuamente a cazzotti col metronomo. Non sono puliti, precisi ed impeccabili, ma impastati e cazzari. Tutta questa fagottata di roba è stata mixata ottimamente da Kurt Ballou dei Converge, anche se personalmente avrei accorciato certi passaggi un pochino rindondanti.

Vi ho confuso a sufficienza? Perfetto, ora ascoltateli.



Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 26 mar 2014 alle 01:01

No, mi permetta. No, io.. eh scusi noi siamo in quattro. Come se fosse antani anche per lei soltanto in due, oppure in quattro anche scribai con cofandina, come antifurto, per esempio.

Inserito il 26 mar 2014 alle 00:10

Prematurata la supercazzola, o scherziamo?

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