Copertina 8,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2014
Durata:non disponibile
Etichetta:AFM Records

Tracklist

  1. CONTINUUM SHIFT
  2. TELLTALE NOTION
  3. IN KINGDOMS OF RAIN
  4. DAMAGED BEYOND REPAIR
  5. BEAUTY IN PASSING
  6. THE OUTER RIM
  7. TEMPORARY LOSS OF REASON
  8. ANTIBIOSIS
  9. LUMINARY GHOST
  10. RIVEN

Line up

  • Alexander Otto: Vocals
  • Erik Gaßmus: Guitars
  • Henrik Tschierschky: Guitars
  • Nils Urginus: Bass
  • Tristan Wegner: Drums
  • Leo Wichmann: Keyboards

Voto medio utenti

"Immersion" è un disco completo, maturo, di una band che tutto sembra meno che all'esordio discografico. Certo ci sono delle sfumature da definire, dei difettucci da limare, ma globalmente quello che abbiamo per le mani è un prodotto davvero eccellente, che proietta i Words of Farewell verso la scalata all'Olimpo del genere.

Avevo chiuso così, poco meno di due anni fa (madò come passa in fretta il tempo, non ero ancora maggiorenne all'epoca!), la recensione del disco d'esordio dei quipresenti tedeschi Words of Farewell, un disco che anche col passare del tempo e degli ascolti si è mantenuto su livelli altissimi, confermandosi e affermandosi come uno dei miei preferiti in assoluto degli ultimi anni.
Due anni dopo, dicevamo, è il tempo di "The Black Wild Yonder", il secondo album (che, ricordiamo, è sempre il più difficile nella carriera di un artista [cit.]) e, tendenzialmente, l'album che dovrebbe essere della conferma. E cosa succede se quelle sfumature da definire e quei difettucci da limare vengono effettivamente definite e limati? Succede che per le mani ti trovi un album che da buonissimo diventa eccellente e che alza decisamente l'asticella sia per loro stessi sia per tutti quei gruppi che vogliono cimentarsi in questo tipo di death metal melodico, di chiaro stampo scandinavo, nei quali i Words of Farewell si sono ormai erti a primizia.
La solida base dell'esordio viene mantenuta ma c'è meno confusione nel songwriting, i suoni sono perfetti e più puliti, maggiormente orientati alla durezza e violentemente diretti, per poi tendenzialmente esplodere in un refrain terribilmente melodico ma mai sdolcinato, grazie soprattutto al meraviglioso growl di Alexander Otto, protagonista assoluto su ognuno dei brani del disco assieme al tastierista Leo Wichmann.
"Outer Rim", "Damaged Beyond Repair", la devastante opener "Continuum Shift", quasi Soilwork nel suo pesante incedere, sono tutti brani che avevamo subodorato sull'esordio ma che mai eravamo riusciti a scovare tra le pieghe del disco. Qui si palesano in tutta la loro devastante melodia, ossimorici compendi di un'opera maestosa.
Anche quando le atmosfere sembrano più orientate sulla melodia, come su "Temporary Loss of Reason" o sulla successiva "Antibiosis", in realtà la sfuriata di chitarra è dietro l'angolo, sempre ben supportata dall'ottimo lavoro alla sezione ritmica di Nils Urginus e del nuovo innesto Tristan Wegner alla batteria, che si comporta benissimo e non fa assolutamente rimpiangere il suo predecessore.
Ci tengo a segnalare un assolo meraviglioso sulla semi-conclusiva "Luminary Ghost", forse il brano più bello dell'intera discografia dei tedeschi.
Copertina al solito curatissima, produzione magniloquente e suoni perfetti fanno il resto, consegnandoci quello che ha tutte le carte in regola per risultare a fine anno uno dei Top di questo 2014.

"All killer, no filler" potrebbe essere la frase perfetta per descrivere "The Black Wild Yonder", disco limato dalle imperfezioni e reso più diretto e puntuale del suo predecessore, decisamente definito nei suoi intenti. I Words of Farewell compiono un deciso passo in avanti nella loro evoluzione, confermandosi come una delle band più interessanti del settore, una di quelle da seguire con attenzione nel corso degli anni per "colpa" di un potenziale pressoché infinito.

Quoth the Raven, Nevermore..


Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 06 mar 2014 alle 21:03

Concordo!

Inserito il 28 feb 2014 alle 08:27

Già ero curioso di ascoltarlo... Dopo questa recensione ho l'acquolina in bocca.

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