Copertina 8

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2013
Durata:39 min.
Etichetta:MDD / Xtreem

Tracklist

  1. WHEN THE SUN DRANK THE WEIGHT OF WATER
  2. THE SIXTEENTH SIX-TOOTH SON OF FOURTEEN FOUR-REGIONAL DIMENSIONS (STILL UNNAMED)
  3. INHERITED BOWEL LEVITATION - REDUCED WITHOUT ANY EFFORT
  4. THE ECHO (REPLACEMENT)
  5. THE PUTREFYING ROAD IN THE NINETEENTH EXTREMITY (...SOMEWHERE INSIDE THE BOWELS OF ENDLESSNESS...)
  6. (WITHIN) THE CHAMBER OF WHISPERING EYES
  7. AND YOU'LL REMAIN... (IN PIECES IN NOTHINGNESS)
  8. ERECSHYRINOL
  9. THE PLANET THAT ONCE USED TO ABSORB FLESH IN ORDER TO ACHIEVE DIVINITY AND IMMORTALITY (SUFFOCATED TO THE FLESH THAT IT DESIRED...)
  10. THE CRY
  11. RAPED EMBALMED BEAUTY SLEEP

Line up

Non disponibile

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E finalmente, per festeggiare il ventennale, anche la MDD è andata a ristampare questo classico del death metal più marcio ed intransigente, dopo le ri-edizioni di Repulse, Century Media, Xtreem e chissà quante altre etichette: "Nespithe" è l'unica testimonianza dei finlandesi Demilich, band che si è sciolta poco dopo la pubblicazione di questo debut album stampato dall'allora fantastica label statunitense Necropolis Records.

E' semplicemente pazzesco come dopo la pubblicazione di un disco simile Antti Boman e compagni si siano non solo sciolti ma completamente eclissati nel nulla, suonando in gruppi mai conosciuti o sentiti o addirittura uscendo del tutto dal mondo della musica.
Pazzesco perchè travalicando il discorso del tutto personale del "mi piace/non mi piace" i nostri durante i 39 minuti di "Nespithe" dimostrano una perizia tecnica e specialmente una personalità ed un carisma incredibilmente elevato, una commistione di stili e generi davvero intricata ma allo stesso tempo riuscita ed agevole, con un riffing work ipnotico e delirante, un gusto negli assoli raramente riscontrabile (e, forse, unico filo conduttore che li lega al movimento death metal nordeuropeo di quegli anni), un growl tombale e decadente proprio del brutal gore più putrido.

In effetti l'unicità dei Demilich, beffardamente, è stata la loro "rovina" commerciale, suonando così diversamente dai loro colleghi più noti, senza consentirgli alcun aggancio ad un genere che si era ormai ben delineato nelle proprie caratteristiche e stilemi, senza concedere onori della ribalta a chi osasse percorrere altre strade, specialmente se ancor più dissonanti ed estreme.

Un disco davvero primordiale, scritto e suonato quando un termine come extreme technical death metal nemmeno era mai stato pensato e quando bands come Nile o Dying Fetus nemmeno erano nate.

Non raccomandato ma semplicemente obbligatorio per tutti gli amanti del death metal nella sua forma più estrema e piacevolmente bizarra. Irripetibile ed immortale.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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Inserito il 19 dic 2013 alle 11:21

capolavoro!

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