Denominazione “simpatica” e tuttavia leggermente “rischiosa” (soprattutto nel caso di un prodotto musicale … ehm, scadente …) per il nuovo gruppo di Ronnie Abeille, già leader dei The.Main.Attraction, con i quali ha all’attivo un buon lavoro per la tedesca Antstreet Records, dal titolo “In spite of all”.
I Dancing Crap sfuggono ai facili dileggi con un dischetto di rispettabile valore, alimentato da un’energia punk n’ street n’ roll piuttosto contagiosa, esplicitata attraverso cinque frammenti sonici edificati su melodie incisive e su un’attitudine fresca e coinvolgente, seppur in un ambito espressivo tutt’altro che inedito.
Ed ecco che è proprio questa loro verve frizzante e “infettiva” a garantire solidità e credibilità ad un progetto che riesce ad apparire scanzonato senza essere parodistico, nemmeno nella riproposizione di cliché stilistici che nelle “mani” sbagliate avrebbero potuto veramente apparire consunti e banali.
“Don’t ask for more” aggredisce l’astante con un “giro” tanto classico quanto istantaneamente memorizzabile, “Hey Ronnie” concentra humour e un magnetismo armonico che attinge pure da pop e indie, “Broken record player” sembra quasi una jam session tra Sex Pistols, Alice Cooper e Agony Bag, mentre l’accattivante “Another crazy in the world” e la più volubile “Chandra” completano la scaletta di “Commercial crap” proseguendo sulla medesima falsariga, scontando, però, appena un pizzico di maggiore prevedibilità.
Idee, espressività e vocazione rendono una band per certi versi ancora “acerba”, una potenziale protagonista del settore, se solo riuscirà ad incrementare leggermente la sua creatività, mantenendo alta l’attenzione dell’ascoltatore anche su minutaggi superiori.
Le sensazioni complessive sono ampiamente positive e per ulteriori valutazioni attendiamo un full-length e, magari, la possibilità di assistere ad un live show dei Dancing Crap, circostanza spesso determinante per un’affermazione in questi lidi sonori …