Copertina 6

Info

Anno di uscita:2013
Durata:30 min.
Etichetta:Unique LEader Records

Tracklist

  1. THE PENDULUM
  2. INFLICTION
  3. DEATH WISH
  4. COCOON OF SHAME
  5. CRYPTIC SUMMONING
  6. THY MINION
  7. WHEEL OF IMPUNITY
  8. PANZER TANK LOBOTOMY
  9. BORN OF A JACKAL
  10. THE FEAST

Line up

  • Chris Basile : Guitars, Bass
  • Dave Culross : Drums
  • Shaun Kennedy : Bass
  • Doug Bohn : Drums
  • Eric Shute : Vocals

Voto medio utenti

Quattro album in vent’anni non sono certo sintomo di stakanovismo musicale, al contrario potrebbero far pensare ad una qualità eccelsa, invece per quanto i riguarda gli americani Pyrexia trattasi soltanto del risultato di una storia un po’ travagliata che si è intrecciata in maniera indissolubile con quella dei Catastrophic ( la band di Trevor Peres degli Obituary). Ad inizio carriera i Pyrexia ci hanno provato con un death metal brutale nelle intenzioni ma non tale nei risultati partorendo un debut ( “Sermon Of Mockery” ) che lasciava molto a desiderare e che potremmo definire senz’altro insignificante. La seguente evoluzione si è materializzata nel banale “System Of The Animal” e poi i Pyrexia si sono trasformati nei Catastrophic… Dieci anni di break ci hanno riproposto i Pyrexia in una nuova, ennesima, versione, infatti il gruppo si è riciclato con una sorta di death groovy sporcato da influenze hardcore e la formula, dal precedente “Age Of The Wicked” all’attuale ultima fatica “Feast Of Iniquity” , non è cambiata poi molto, anzi le caratteristiche salienti sono rimaste le stesse e sembra che la band abbia deciso di abbracciarle in pieno, forse anche troppo, perché le dieci songs tendono ad assomigliarsi un po’ tutte, un po’ per una scelta precisa in fase compositiva e un po’ anche per una certa mancanza di idee…All’interno di questa standardizzazione merita senz’altro una citazione particolare “Cocoon Of Shame” pezzo bello carico e “gioioso” , oppure “Infliction” pezzo death metal un po’ alla prima maniera, abbastanza intenso e sorretto da riffs discreti, anche se un po’ inflazionati, purtroppo manca qualcosa in fase ritmica, che per una band “estrema” è tanto grave quanto la mancanza di fondamenta solide per una costruzione…Fatto al quanto strano perché ad esempio in “Wheel Of Impunity” la band ci propone un brano dall’interessante fusione di death e hardcore, con un buon incedere e con la giusta cattiveria, grazie ad un riffing spesso brutal oriented e ad una sezione ritmica questa volta veramente distruttiva e convincente. Avendo masochisticamente ripassato tutta la discografia della band, prima di procedere a questa recensione, suona subito all’orecchio come oggi la band sia più potente dal punto di vista del sound e suoni più compatta, ma dal punto di vista delle idee si barcamena tra una stentata sufficienza ed un mediocre pressapochismo, frutto di discrete intuizioni nelle parti death, molto classiche e stereotipate, però ben eseguite, e il lato groovy più evolutivo ma molto più banale e fine a se stesso che non aggiunge niente all’impianto sonoro, anzi se la band si fosse concentrata solo sullo sviluppo del lato death della propria proposta avrebbe, probabilmente, sfornato qualcosa di molto più interessante e coinvolgente. “Feast Of Iniquity” è un album che può facilmente essere denigrato se ascoltato superficialmente e distrattamente ma che alla fine contiene comunque in se qualcosa di buono. Non un album fondamentale ma c’è anche di molto peggio in giro.

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