Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2013
Durata:38 min.
Etichetta:Cyclone Empire

Tracklist

  1. UNBROKEN
  2. FRONTLINE MASSACRE
  3. VORTEX OF TERROR
  4. THE COMING SCOURGE
  5. EDEN'S DESTRUCTION
  6. THE WELL OF DECAY
  7. THE FROZEN HALLS
  8. DER LANDKREUZER
  9. THE SIEGE OF THE MIND
  10. ENTER THE ETERNAL FIRE (BATHORY COVER)

Line up

  • Mathieu Westerveld: Bass
  • Quint Meerbeek: Drums
  • Bram Hilhorst: Guitars
  • Thomas Wouters: Vocals/guitars

Voto medio utenti

"The Coming Scourge" è il secondo lavoro sulla lunga distanza per gli olandesi Bodyfarm, che coadiuvati dalla Cyclone Empire continuano imperterriti il loro cammino sulla strada del death metal. Questi ragazzi propongono un death metal il cui scopo non è quello di esaltare la tecnica dei componenti dei Bodyfarm, ma al contrario è quello di mettere in campo potenza e groove, accompagnati da una discreta dose di melodia. Più che Morbid Angel o Entombed,, pare che questi olandesi si rifacciano all'operato dei Kataklysm, con i quali è possibile notare diverse somiglianze durante i 39 minuti del disco. I brani funzionano bene, ed il dosaggio di parti più cattive e melodiche è studiato molto bene, il che potrebbe rendere appetibili i Bodyfarm anche ad un orecchio meno propenso a queste sonorità. La sezione ritmica è potente e precisa, il lavoro delle due chitarre di Bram Hilhorste
Thomas Wouters (il quale si occupa anche del cantato, con ottimi risultati) è sufficientemente variegato ed ispirato da rendere l'ascolto di "The Coming Scourge" piacevole, anche se a conti fatti il disco manca della proverbiale scintilla che lo faccia emergere dalla massa. Carina la cover di "Enter The Eternal Fire" dei Bathory posta in chiusura del disco, resa in maniera potente e fedele all'originale e che probabilmente rappresenta un tributo alle origini musicali della band.
Con questo secondo lavoro in studio i Bodyfarm confezionano un discreto album di genere, che tuttavia è molto probabile non riesca ad affermarsi nel marasma di uscite del medesimo genere. Le qualità e le doti ci sono, ma serve affilare ulteriormente il songwriting.
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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