Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2013
Durata:66 min.
Etichetta:Earsplit

Tracklist

  1. MAKE ENEMIES
  2. TORMENTED MASSES
  3. DIAMETRICALLY OPPOSED
  4. THE TRUTH HURTS SUFFER
  5. HAUNTED
  6. SEVEN DEADLY SINNERS
  7. THE HERETIC’S WILL
  8. REALM OF THE HUNGRY GHOST
  9. LALAURIE’S CHAMBER
  10. FORGED FROM SUFFERING
  11. ABDUCTED
  12. CIDIUM
  13. BATHED IN FLAMES
  14. THESE CURSED EYES
  15. A VIRAL EVOLUTION

Line up

  • Phil Turner Bass
  • Andon "Chris" Guenther Drums
  • Nick Guenther Guitars
  • Stevie Boiser Vocals

Voto medio utenti

Mettiamo subito le cose in chiaro, non siamo di fronte a un gruppo di sprovveduti.
Gli Enemy Reign sono fautori di un death metal americanissimo, tecnico, brutale, pesante e col piede sempre a tavoletta sull’acceleratore, sanno il fatto loro, hanno assimilato benissimo la lezione impartita da Deicide, Morbid Angel, Suffocation e soci negli anni 90, nonché dai più moderni ed estremi rappresentanti del genere ai nostri giorni come Behemoth, Vader o Decapitated. Questo, giusto per citare qualche nome e dare un’idea un po’ più concreta di ciò che si può ascoltare dal combo di Denver: puro e semplice death metal, tirato, concreto, dritto in faccia, ben suonato e ben composto.
Ora, detto questo quali sono i problemi di questo Tormented To Oblivion?
Fondamentalmente ne ho riscontrati due: la durata complessiva e la personalità o, per usare un termine ambiguo e abusato, l’originalità del lavoro.
Ci troviamo di fronte a un disco che risulta oggettivamente duro da ascoltare tutto di fila, composto da ben 15 tracce per una durata complessiva di oltre un’ora; decisamente una gran prova di resistenza anche per chi mangia pane e grindcore dal mattino alla sera. Leggendo però le note della Earsplit, si capisce il perché di quest’apparente lungaggine; in realtà Tormented To Oblivion non è “il secondo lavoro in studio” della band, ma una raccolta remixata e remasterizzata del materiale edito sull’album d’esordio degli Enemy Reign, Between Hell And Oblivion, con l’aggiunta delle quattro tracce registrate per un EP mai dato alle stampe, Diametrically Opposed, poste in apertura del disco. Il tutto è stato consegnato nelle sapienti mani di Dave Otero, produttore di gruppi quali Cephalic Carnage e Cattle Decapitation, con evidenti, ottimi risultati: le canzoni possono fregiarsi di un sound eccellente, potente, ricco e granitico al punto giusto, conferendo al lavoro quella marcia in più rispetto a dischi affini per genere ma evidentemente meno curati.
Se vogliamo essere precisi, dunque, la durata eccessiva è un falso problema, o quanto meno, un ostacolo oggettivo ma giustificabile dall’intenzione editoriale; gli Enemy Reign hanno fatto uscire i precedenti lavori in proprio e non hanno mai goduto di una distribuzione ampia prima d’ora, comprensibile dunque la volontà di ristampare del (buon) materiale e dargli la dovuta risonanza.
Altro discorso invece per quanto concerne lo stile e l’apporto creativo al genere.
Tenendo ben saldo il discorso fatto all’inizio sulla validità oggettiva dei musicisti e delle composizioni, c’è da dire che le quindici tracce proposte, pur essendo più che adatte per soddisfare la voglia di death metal che c’è anche nel più esigente dei fan del genere, non aggiungono e non tolgono granché in quanto a innovazione o personalità ai dischi di mostri sacri come quelli già precedentemente citati. In particolare, possiamo individuare una deriva più moderna e “behemothiana” nelle quattro canzoni dell’EP poste in apertura, mentre i Morbid Angel e i Suffocation (ovviamente rivisitati in chiave contemporanea) sono sicuramente il modello d’ispirazione dei nostri per quanto riguarda le seguenti 11 canzoni.
Non che in tutto questo ci sia qualcosa di male o che sia un crimine essere aderenti allo stile caratteristico di certe band affermate, ma sicuramente non si può neppure encomiare gli statunitensi per una spiccata personalità compositiva.
Resta di buono che questa, in sostanza, è ancora la prima prova di un gruppo giovane e tecnicamente più che valido, che dimostra in ottimi pezzi come Tormented Masses, Haunted e Abducted la voglia di cercare un sound che rompa con le formule più diffuse e testate.
Un pizzico di carattere e indipendenza in più e la seconda, vera, prova in studio degli Enemy Reign potrebbe essere davvero una grande, gradita sorpresa nell’ambito estremo.
Recensione a cura di Antonio Enoth Cassella

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