Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2003
Durata:52 min.
Etichetta:Fargo
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. STANGE CHANGE
  2. TALK TO THE FUTURE
  3. PRETTY IN THE MORNING
  4. JADED LITTLE PRINCESS
  5. SPINNIN'
  6. ROLLING BOY BLUES
  7. AIN'T AFRAID OF DYING
  8. FOOL AROUND
  9. DOWNTOWN TOM'S MEDICINE # 2
  10. ROCKS
  11. FADE OUT, WOUNDED ANIMAL

Line up

  • Jim Wilson: guitar, vocals
  • Marcus Blake: bass
  • Jason Mackenroth: drums

Voto medio utenti

Stakanovisti del rock, tornano alla ribalta i Mother Superior che avevamo recentemente apprezzato come sostegno di Henry Rollins sia nell'ultimo monumentale doppio live che nel benefico tributo ai Black Flag.
Questa volta il muscoloso cantante è presente solo nelle insolite vesti di produttore, perché "Sin" è opera esclusiva del trio di Los Angeles e rappresenta uno sfavillante ed eccitante ritorno all'hard rock più tosto e trascinante, tonico come una sorsata di liquore. Le radici di questo disco si ancorano saldamente alle influenze seventies del gruppo, ma nulla a che vedere con barbose nostalgie dei "bei tempi". Qui c'è una ventata di freschezza energetica che spazza via la melensa polvere grigiastra depositatasi in anni recenti su questo stile, troppo spesso confuso con il mieloso rock melodico ampolloso e soporifero. L'hard rock è un fatto di sangue e sudore, di volume e carattere, ed i MS sembrano rappresentare il sublimato di queste caratteristiche. "Sin" parte subito alla grande come un bolide lanciato in discesa, con la stupenda "Stange change", potente straight-rock rumoroso interrotto a metà da un irresistibile break funkeggiante, e prosegue ad alte temperature con il poderoso drumming di "Talk to the future" e con lo schiantante groove di "Pretty in the morning", che ricorda gli Aerosmith dei tempi migliori. Un trittico di brani vario e gustoso che accende la voglia di proseguire nell'ascolto, cosa non sempre ovvia nei lavori contemporanei. In questo caso invece, andando avanti si scoprono altre piccole perle frutti di una band che punta dritta allo scopo, concreta e decisa, perfetta per ritrovare il piacere delle ruvide carezze del vero rock, quello che non può mai morire. "Spinnin" è la quintessenza del rock blues fumoso ed alcolico, stellare slow torcibudella con la sorprendente prestazione vocale del bassista Marcus Blake ed il sofferto solismo di Jim Wilson. Propellente incendiario di grezzo rock'n'roll in "Rolling boy blues" con sfoggio di armonica e slide al calor bianco. Ogni brano possiede personalità e motivazione, non si colgono passaggi a vuoto o riempitivi, ed il trio appare convincente e realistico anche quando propone tematiche retrò come l'Hendrixiana "Fool around" o l'atmosfera southern acustica di "Downtown Tom's..", realizzate in modo sobrio senza ricorrere a manierismi nostalgici. Il top assoluto è contenuto nella finale "Fade out, wounded animal": scura, drammatica, intensa, epica, con Wilson che dona brevi momenti strazianti ad un brano di raffinato impatto melodico che si conclude con un mantra di toccante liricità. Una canzone che può confrontarsi senza arrossire con i vecchi classici dei Thin Lizzy o dei fratelli Allman, e non è poco.
Se ve ne fosse stato bisogno, i Mother Superior hanno chiaramente dimostrato a tutti di non essere "solo" la formazione che accompagna Henry Rollins, bensì una micidiale macchina rock come poche altre in circolazione, all'altezza di produrre un album duro e solido come il granito, ottimo investimento natalizio.

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