Considero i
Soul Seller uno straordinario prototipo di come dovrebbe “suonare” un gruppo di
hard melodico “moderno”.
Una
band colta, cresciuta con i grandi del settore nel cuore e nel cervello e tuttavia capace di sviluppare la propria pregiata lega melodica in un contesto assai personalizzato.
In “
Matter of faith”, l’
ensamble torinese (un altro motivo d’orgoglio …) dimostra di aver ormai raggiunto una maturità compositiva esemplare e con il contributo d’innesti importanti in
line-up (
Eric Concas,
Italo Graziana e
Simone Morandotti) sforna dodici testimonianze incontrovertibili di un livello artistico superiore, frutto di un’ispirazione tangibile e scintillante.
Arrangiamenti (a tratti dagli accenti
prog) di classe nitidissima,
songwriting vivido ed eterogeneo esente dalla benché minima caduta di tono, tecnica sopraffina e mai ridondante e una voce, quella di
Concas (già apprezzata dal sottoscritto con i Syne) molto peculiare ed espressiva, rendono il programma un agglomerato sonico dagli effetti emotivi complessivamente esaltanti, ben lontano dal riciclare banalmente la storia del genere.
E’ sufficiente dare avvio alla fruizione del disco per comprendere istantaneamente che “
Matter of faith” è dotato di uno slancio maggiore del pur eccellente esordio “
Back to life” … fin dalle prime note della pulsante “
Neverending”, l’albo fornisce un’immagine di sé assolutamente catalizzante, plasmata su una qualità melodica rara e profonda.
La magniloquente “
Given to live” ha la forza radiofonica della “tradizione” e un’intraprendenza adatta al pubblico dei
millennials, “
Tide is down” possiede un trascinante magnetismo
hard-rock e “
Memories” (presente, in una versione con
mixaggio diverso, anche su “
We Still Rock - The compilation”),
beh, con il suo sofisticato
climax romantico, è semplicemente una delle migliori
ballad ascoltate negli ultimi tempi.
Si continua con le emozionanti atmosfere vagamente Journey-
ane di “
Get stronger”, il crescendo di “
Echoes from a distant future” è da brividi istantanei, mentre l’enfasi esotica di “
Get away from the light” rischia di attentare seriamente alle coronarie degli estimatori di Kansas e Dare.
Le soffuse e avviluppanti “
Alchemy” e “
Strangers apart” rivelano un gusto
pop dal notevole
appeal, ma se cercate qualcosa di nuovamente irresistibile dovrete affidarvi al clima notturno e catartico di “
Wipe your tears away”, al
groove della risoluta
title-track e alla sontuosità di una “
Made of stone” in perfetto equilibrio tra intensità e sensibilità.
Con “
Matter of faith”, i
Soul Seller entrano di diritto nel
Paradiso del Rock Melodico … e si badi bene, le maiuscole non sono casuali.
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