Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2013
Durata:43 min.
Etichetta:Nuclear Blast

Tracklist

  1. THE SHEPHERD’S STAFF
  2. IMPERFECT CONTRITION
  3. HOUNDS
  4. THE SCALES OF JUSTICE
  5. CURSED
  6. FORFEIT I: THE CROOKED QUILL
  7. FORFEIT II: WORN THIN
  8. THE TREE OF NEW LIFE
  9. CARCASS
  10. TESTAMENT
  11. IN TONGUES

Line up

  • Johnny Crowder – Vocals
  • Austin Good – Guitar
  • Neal Minor – Guitar
  • Austin Chandler – Bass
  • Bryson St. Angelo – Drums

Voto medio utenti

Disco d’esordio per questa band floridiana proveniente dalla capitale mondiale del death, Tampa ovviamente, che dopo essersi fatta conoscere con il kilometrico nome di In Reference To A Sinking Ship, vira su un più semplice, e forse banale, Dark Sermon. Se il cambio di nome è stato di buon auspicio non lo so, fatto sta che il quintetto americano si toglie lo sfizio di esordire per la potentissima Nuclear Blast in Europa, e lo fa con un album di discreto spessore. Il fatto curioso è che l’etichetta parla dei Dark Sermon semplicemente come una death metal band, stando ben attenta a non nominare il suffisso “core”, quasi fosse diventata una vergogna…Ciononostante i Dark Sermon possono essere tranquillamente inseriti nell’infinito filone delle deathcore bands, certo rispetto alla maggior parte dei loro colleghi la band di Tampa preferisce un approccio più brutale e marcatamente death oriented, basti pensare che nei quarantatre minuti dell’album non c’è neanche un solo coretto a voce pulita. La Nuclear Blast ce li descrive come un incrocio tra Job For A Cowboy,The Black Dahlia Murder e Gojira, a me sinceramente hanno ricordato molto di più dei Bleeding Through d’annata, soltanto che i Dark Sermon hanno una dinamicità molto più spiccata, ne sono un esempio lampante l’iniziale “The Sheperd’s Staff” e la seguente “Imperfect Contrition”. A parte questi due pezzi che non vanno molto oltre il classico deathcore, è dalla metà in poi dell’album che la band riesce a piazzare i brani migliori tra cui “Forfait I : The Crooked Quill” , un pezzo che si assesta su velocità non molto sostenute ma assolutamente corrosive, capaci di creare un’atmosfera pesante che ben si sposa con delle vocals abrasive. E’ in un brano come questo che i Dark Sermon mostrano la propria personalità e il proprio gusto musicale e sarebbe bene che il quintetto continuasse ad insistere su questa direzione sforzandosi di proporre sempre qualcosa di personale piuttosto che accontentarsi di picchiare duro, ma in maniera un po’ anonima ( vedi “The Scales Of Justice” o “Carcass” ). La forza del gruppo è ben evidente ma al momento è ancora in divenire, si capisce che il prossimo album potrebbe essere un vero crack, ma allo stesso tempo potrebbe essere un flop esagerato se la ricerca del successo dovesse prendere il sopravvento sulla voglia di esprimersi senza freni e lasciare che sia l’ispirazione a guidarli piuttosto che meri calcoli economici…Per adesso ce li godiamo così come sono, ancora acerbi ma comunque affascinanti…

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