L'album di debutto di questa band del Sud Carolina mi riporta indietro ai tempi del liceo e ad un periodo irripetibile per chi lo ha vissuto. Gli anni '90 e la scena antagonista dei centri sociali, quando ancora erano luoghi di reale lotta e controinformazione, oltre ad ospitare i concerti delle grandi bands hard core e punk. I
Burnt Books sono giovani, ma recuperano l'atteggiamento intelligente, intellettuale e allo stesso tempo fieramente contro dei gruppi della scena Washington DC, oltre alla tendenza alla sperimentazione musicale. L'attacco sonoro ricorda i Black Flag di Henry Rollins. L'opener
Selfish Friend causerà massacri sotto il palco, con colossali mosh pit. A rendere il sound della band particolare contribuisce il banjo di Zoe Lollis, oltre al suo cantato. In
Empty Eyes la sua voce psicotica e gridata ricorda quella di Kim Gordon dei Sonic Youth, riferimento che, insieme ai Melvins, spesso contamina i Burnt Books con accenti noise rock. In
Materialist Conspiracy Theorist e
Liar si produce in un sorta di sardonico spoken words accompagnato dal banjo. Veloci, caotici, pesanti ed urlati come una mazzata sui denti, i Burnt Books richiamano anche nomi come Converge e Today is the Day, oltre alla bizzarria dei Mr. Bungle. Un esordio che fa sperare in un roseo futuro.
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