Copertina 7,5

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2002
Durata:54 min.
Etichetta:Regain Records
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. THE LITTLE MAN
  2. ENTERING THE SPECTRA
  3. THE SPIRIT REMAINS THE SAME
  4. CYBERDUST FROM MARS
  5. SPACE RACE NO 3
  6. THE MAN IN THE MOON CRIES
  7. ONE WHOLE HALF
  8. IS THIS THE END ?
  9. CELLO SUITE NO 1 IN G MAJOR
  10. WELCOME TO PARADISE

Line up

  • Jonas Reingold: bass
  • Göran Edman; Jonas Reingold; Roine Stolt: vocals
  • Roine Stolt; Chris Palm; Johan Glossner: guitars
  • Tomas Bodin; Robert Ensgstrand: keyboards
  • Zoltan Czörzs; Jaime Salazar: drums

Voto medio utenti

E' risaputo che tutti i membri dei Flower Kings siano molto attivi sia in sede live che con realizzazioni in studio. Ecco che, allora, oltre a dar vita ad una nuova, recentissima produzione della band madre "Unfold The Future", alla produzione solista di Tomas Bodin ed a svariati side projects che vedono coinvolto soprattutto il chitarrista Roine Stolt, eccoci a questo nuovo progetto Karmakanic, ad opera del bassista Jonas Reingold.
"Entering The Spectra" è un album non realizzato in studio, vedendo cooperare in loco i vari elementi coinvolti, bensì a distanza, tramite pc. Questo elemento potrebbe far prevedere a primo acchito un risultato finale non esattamente entusiasmante e privo di amalgama, ma a darne prova contraria saranno già le primissime tracce dell'album.
Tutto sommato "Entering The Spectra" non si discosta in modo determinante dalla musica dei Flower Kings, tenendo anche conto che per la maggiore i musicisti coinvolti nel progetto sono proprio suoi compagni di viaggio nella band sopracitata.
I punti di riferimento si rivelano chiaramente tra i più disparati, ma ovviamente quasi tutti inquadrabili nel contesto dei 70's: Yes, Pink Floyd, Weather Report, Kansas, Beatles, Genesis, Marillion e vari riferimenti neoclassici.
Reingold, quindi, ha modo di metter in evidenza non solo strumentalmente, ma anche compositivamente tutte le sue influenze che trovano cardine fondamentale non solo nel rock progressive settantiano, ma anche in importanti esponenti di altri generi musicali, come Jaco Pastorius e J.S.Bach, riferimento, quest'ultimo, anche reso palese nella settima traccia dalla sua reinterpretazione al basso della "Cello Suite N.1 in G Major".
Le influenze non finiscono qui, visto che, specie nella suite omonima dell'album, figurano anche parentesi ispirate, a detta dello stasso bassista, da ascolti più propriamente jazzistici riconducibili a Miles Davis, Herbie Hancock, Pat Metheny.
Tanti riferimenti, quindi, ben uniti ed amalgamati in composizioni certamente varie e dall'elevato minutaggio, ma sempre catalizzanti, senza incappare in punti dispersivi o soporiferi, come talvolta può capitare si riscontri nelle realizzazioni targate Flower Kings.
Alla voce viene segnalata nella bio solo la presenza di Göran Edman, ma figurano anche altre parti cantate che non corrispondono in modo evidente alla sua timbrica, forse ad opera dello stesso Reingold o di Stolt. Questo, comunque, contribuisce a fornire ancor più varietà ai disparati momenti compositivi, con un cantato più marcatamente Pink Floyd/Roger Waters che fa da contraltare ed alternativa all'attitudie più rock melodico/soul di Edman.
"Entering The Spectra" è buonissima realizzazione che riesce nell'intento di risultare un lavoro poliedrico, molto vario, ma compatto sia stilisticamente, tecnicamente che strutturalmente: sotto qualsiasi ottica lo si inquadri, insomma.
In tutta franchezza personalmente mi sento di preferire nettamente quest'album alle più recenti uscite a nome Flower Kings.
Recensione a cura di Fulvio Bordi

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