Posso dire con orgoglio di essere stato uno dei primi (se non il primo in assoluto) ad aver scoperto gli
Illogo e ad aver scommesso su di loro.
Sin da quel demo, “
Isteresi”, emergevano chiare le stigmate di una band personale, fuori dagli schemi. Ci sono voluti circa sei anni per dare un seguito all’ottimo debutto “
When Liquids Stay Dry” e dobbiamo dire che l’ascolto del nuovo “
La Sorgente Del Punto Di Rotazione” ci fa dire che ne è valsa la pena.
Questo disco è autoprodotto ma la band ha comunque deciso di fare qualcosa di particolare. Oltre al classico cd con custodia in plastica hanno creato un packaging con scatoletta di metallo rettangolare sulla quale sono incisi titolo e tracklist, all’interno c’è una chiavetta usb con le serigrafie della band e contenente le tracce audio e video, con in più un mini booklet con le illustrazioni di
Stefano Ricci.
Tenendo fede al concept, che vuole gli Illogo non sentirsi rappresentati da alcun moniker se non dal proprio logo, ovvero un volto con una ferita al posto della bocca, la band riesce nell’impresa di vivificare il proprio suono, suono che è concetto più ampio di musica.
Gli
Illogo danno peso e corpo a sensazioni quali l’angoscia, l’inquietudine, la paura, il terrore. Tutte sensazioni che diventano mastodontiche lungo la durata dell’ascolto del disco.
Il continuo non dare punti di riferimento, con una sezione ritmica che non ne vuole sapere di stare dentro schemi prefissati, le incursioni improvvise di elementi alieni, quali l’elettronica o fiati indiavolati, l’inveterato screaming di
Erik Fransson, di tanto in tanto preso a pugni da un cupo growl, regalano all’ascoltatore una sensazione di spaesamento, di disagio psichico.
L’incedere schizofrenico e assolutamente malato dei pezzi manda in paranoia e disturba Un pezzo come “
New Icon”, pur durando meno di due minuti, sembra non finire mai…pesante, malato, disturbante.
Mentre ascoltavo il disco, vuoi anche grazie all’aspetto visuale, mi si formava nella mente il ricordo di una sensazione che solo opere come “
Sadness Will Prevail” dei
Today Is The Day e l’allucinante opera del maestro
Elias Mehrige, l’inquietante “
Begotten”, mi avevano fatto provare prima.
Questo disco è un inno alla follia, e non è un caso che una delle tracce consista in un sample estrapolato da qualche trasmissione televisiva che tratta appunto della follia.
Tentare di descrivere i pezzi è impresa vana, bisogna ascoltarli, viverli, sperando di sopravvivere al carico di marciume sonoro che li
Illogo riverseranno ne vostri padiglioni auricolari.
Di una cosa sono certo, dopo vi sentirete sporchi.
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