Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2004
Durata:34 min.
Etichetta:Together As One
Distribuzione:Andromeda

Tracklist

  1. MINDSCANNER
  2. BELIVE IN MYSELF
  3. CRYONICS
  4. KNIFE_BLOOD_PAIN
  5. NOTHING CAN SAVE YOU
  6. THE CIRCLE
  7. SUNSET
  8. WIRE THE OTHERS

Line up

  • Udo U.: vocals, guitars
  • Eliana V.: guitars
  • Gabriel P: bass
  • Joutsen: drums

Voto medio utenti

"Believe In Myself". E devono proprio credere parecchio in se stessi gli Arkenemy per come hanno continuato ad insistere nella loro proposta musicale. Infatti, questo loro secondo album giunge a distanza di ben cinque anni dal loro debutto "Absolute". Saranno pure abbastanza "arrabbiati", e lo dimostrano con una buona dose di cattiveria che lasciano serpeggiare tra i solchi del CD, ma non manca nemmeno un felice tocco melodico, che ben s'incastra nella struttura death/thrash delle otto canzoni incluse su "Believe In Myself", senza sminuirne l'impatto. Comprensibilmente non si potrà parlare di originalità, ma gli Arkenamy riescono con facilità ad evitare di finire intrappolati negli schemi del Melodic Death svedese. Si meritano diversi complimenti sia Udo, per la sua grintosa prestazione vocale, sia Eliana che si occupa della chitarra solista senza remore di sorta, come conferma ad esempio su "The Circle".
Sono però le rullate di Joutsen che ci introducono nell'album: "Mindscanner" apre il disco sbattendo la musica in faccia all'ascoltatore, con ritmiche e riffs incalzanti ed il cantato aggressivo di Udo a farla da padrone. Gli Arkenemy doppiano poi con "Believe In Myself" e fanno ancor di meglio con "Cryonics", veramente curata sul piano vocale e con ottime soluzioni strumentali che coinvolgono tutti e quattro i musicisti. Se "Knife_Blood_Pain" è il brano più cattivo del disco, interpretato con violenza da Udo, la successiva "Nothing Can Save You" è quella che calmiera (solo parzialmente!) il disco, soprattutto per le soluzioni adottate a livello chitarristico. Mancano ancora tre canzoni (con la conclusiva "Wire The Others" che si colloca di diritto tra le cose migliori) per completare il disco, ma non cambiano la situazione e tanto meno l'orientamento del disco.
Un buon disco che rilancia una band interessante, ed entrambi meritano sicuramente un po' della vostra attenzione.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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