Copertina 5,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2002
Durata:39 min.
Etichetta:No Fashion
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. ERASED/RELIVED
  2. SUICIDAL
  3. WHERE THE STRONG LIVE FOREVER
  4. MACHINE SUPREME
  5. PARADIES
  6. RETENTION OF ILLUSION
  7. THOU SHALT FOREVER SUFFER
  8. SHROUDED ARE THE PLEASURES OF FLESH
  9. HEARTLESS
  10. SLIT WIDE OPEN
  11. AD LIBITUM

Line up

  • Fredrik Arnesson: vocals
  • Magnus Carlsson: guitars
  • Dennie Linden: guitars
  • Anders Brorsson: bass
  • Alex Bengtsson: drums

Voto medio utenti

Basterebbe leggerne la carta d'identità per capire il tipo di sound proposto dagli Ablaze My Sorrow. Il gruppo proviene infatti dalla Svezia e, com'è facile prevedere, esegue con molta perizia un violento e massiccio death/thrash metal totalmente influenzato da gruppi quali Dark Tranquillity, In Flames e vecchi Soilwork. Eh si, non ci troviamo di fronte a niente di nuovo: gli undici pezzi presenti in questo "Anger, Hate and Fury" suonano come un piccolo Bignami di tutte le produzioni scandinave di questi ultimi 5/6 anni. Prevedibili rasoiate al fulmicotone si alternano con passaggi ancora più prevedibilmente rallentati e possenti, mortiferi e violenti break in doppia cassa nascondono nelle loro trame spunti melodici a voce pulita mentre a turno fanno capolino mitragliatrici impazzite, cori infernali e voci sataniche che fanno da anfitrioni ad un massacro sonoro tanto efficace quanto già sentito. Come ho già avuto modo di dire, è difficile trovare nell'ambito Swedish Metal un lavoro che non abbia almeno qualche spunto interessante e che non sia almeno inizialmente trascinante, e anche AheF non sfugge a questa regola. Canzoni quali "Eraed/Relieved", "Machine Supreme" e "Paradies" ad un primo impatto non lasciano certo indifferenti (merito anche di una poderosa produzione, in linea con le uscite più blasonate del momento), ma un così totale riciclo di idee già ampiamente sfruttate rischia di far scemare l'attenzione già dopo pochi ascolti. Gli Ablaze My Sorrow, nonostante i quasi dieci anni di attività, sono destinati ad una vita breve e tutt'altro che intensa: pace all'anima loro.
Recensione a cura di Roberto 'Robbyy' Corbatto

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