Melt - Emissions Of Hypocrisy

Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2011
Durata:44 min.
Etichetta:Metropolis Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. THE WORLD IS ON FIRE
  2. DESTROY
  3. FUL OF (SH)IT
  4. WORM
  5. KILL SWITCH
  6. WHERE IS YOUR GOD?
  7. EVERYTHING IS DEAD
  8. SLEEPWALKER
  9. CRUSH
  10. IN YOUR HEAD
  11. DIGITAL TRUTH

Line up

  • Sebastian Komor: vocals & guitars
  • Adrian White: guitars & percussions
  • Greg Gory: guitars
  • Casey Baldwin: synths & sample
  • Caleb Hilbich: drums

Voto medio utenti

Il perfetto incontro tra Ebm, Industrial e Metal, questo è in sintesi l’album di debutto dei Melt, band nata in Norvegia e trasmigrata in Canada. “Emissions Of Hypocrisy” è il disco che i Ministry non sono riusciti a fare col loro ultimo mediocre “Relapse”.
Prendete la band di Al Jourgensen dei tempi migliori e spruzzatela a piacimento con Nine Inch Nails, un pizzico di Marilyn Manson delle origini, qualche chitarrone tra Rammstein ed Herrschaft, senza mai arrivare alla deriva vetriolica dei Fear Factory, mixate tutto con suoni algidi e cibernetici, per intenderci alla maniera di “Remanufacture”, ma con un suono molto più definito, asciutto e roboante, e per questo più omogeneo.
Se i paragoni vi sembrano esagerati dovreste sapere che dietro i Melt si celano in primis Sebastian Komor, già nei seminali Icon Of Coil ed abile remixer (ha partecipato ai remix di “Frozen” dei Crowhead), e Adrian White e Rhys Fulber, già negli altrettanto seminali Front Line Assembly.
Il DNA non mente e per 44 minuti si viene travolti da un’orgia di beat e suoni silicei, strutture musicali che rispondono a regole di matematica binaria, servite da tutta una serie di diavolerie elettroniche e digitali che trasportano l’ascoltatore in un mondo abbagliante e asettico.
Capita di ballare al ritmo di “Sleepwalker” e "Worm" ma più sovente si viene annientati dalla furia iconoclasta di pezzi come “Everything Is Dead”, “The Worlds Is On Fire” e “Crush”. In generale c’è da sottolineare che il disco è duro, quindi l’elettronica quasi mai ammorbidisce i pezzi, anzi spesso fornendo loro l’’hype necessario per spaccare.
Cosa gli manca per essere un capolavoro assoluto? Tre cose.
La prima è il tempo. Questo disco è moderno ma non innovativo.
La seconda riguarda l’assenza di un vero e proprio hit che possa proiettare il disco nelle charts.
La terza è un pizzico di malattia sonora in più, di dark sound magari frutto di deflagranti inserti di white e harsh noise.
Per il resto questa è musica eccitante, adrenalinica, orgasmica, effervescente, incendiaria! Una vera botta di vita!
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.