Copertina 8,5

Info

Past
Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:1996
Durata:43 min.
Etichetta:GUN Records

Tracklist

  1. IN A NAMELESS TIME
  2. ALIVE BUT DEAD
  3. MEDLEY
  4. ALL THIS TIME
  5. ALIVE BUT DEAD (ORCHESTRAL VERSION)

Line up

  • Peter "Peavy" Wagner: vocals, bass
  • Sven Fischer: guitars
  • Spiros Efthimiadis: guitars
  • Chris Efthimiadis: drums

Voto medio utenti

Che prima o poi un musicista di nome “Wagner” finisse a suonare con un’orchestra lo si poteva pure immaginare. Che dall’incontro tra i due venisse fuori una piccola gemma, invece, scontato non lo era per niente. Complice il talentuoso Christian Wolff, ideatore oltre che arrangiatore del progetto, questo breve (poco più di 40 minuti, inclusa la versione strumentale di un brano proposto anche cantato) e riuscito esperimento ha dato ai Rage la possibilità di creare a tutti gli effetti una band parallela che negli anni ha avuto diversi nomi (il più recente “Lingua Mortis Orchestra”) e ha sfornato un considerevole numero di dischi (“XIII” e “Speak of the Dead” per citare i più memorabili) in collaborazione con diverse orchestre europee. “Lingua Mortis” è, in sintesi, un disco di cover dei Rage ri-arrangiate per band e orchestra.
L’idea in sé, a dire il vero, non è particolarmente originale, tant’è che dalla fine degli anni Sessanta ad oggi si contano innumerevoli progetti di questo tipo (chi non ricorda, con un po’ di commozione, il “Concerto for Group and Orchestra” di Jon Lord con i Deep Purple?). L’elemento vincente di questa specifica operazione sta però nel “non aver voluto strafare”: come si vede dal retro copertina l’orchestra è limitata a un buon numero di archi, qualche percussione, due corni e due oboi. Fine. Questo disco dimostra che, a volte, less is more: l’equilibrio che si viene a creare tra il quartetto e l’orchestra è invidiabile, e mi sento di consigliare un “ripassino” ad alcune band teutoniche che non menzionerò (chi ha orecchie per intendere…). L’unica pecca di questo disco sta nella produzione, oggettivamente modesta (probabilmente per il budget ridotto, la fu GUN RECORDS, tedesca scopritrice di talenti, non viene ricordata per investimenti “faraonici” sui propri artisti), che non fa brillare niente e nessuno ma lascia solo intuire tutto il buono di cui sopra. Insieme al meno noto “Death Metal Symphony in Deep C” dei Waltari, dello stesso anno, “Lingua Mortis” è stato il primo di una serie di album più o meno riusciti (chi ha detto “S&M”?) di questo tipo, per cui storicamente ha un suo peso specifico. Sicuramente da riscoprire.

A cura di Gabriele Marangoni

Recensione a cura di Ghost Writer

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 30 lug 2015 alle 16:25

Non amo particolarmente i "dischi con l'orchestra", troppo spesso passaggio discografico obbligato o, peggio, disco di fine carriera, pubblicato dal gruppo del tutto a corto di idee. "Concerto for Group and Orchestra" è bello, ma non mi ci sono mai strappato i capelli. Rock + orchestra funziona molto bene in "Salisbury" degli Uriah Heep, ma il paragone regge fino a un certo punto, perché questa è una composizione più breve, Questo dei Rage, me lo andrò a risentire, confesso di non ricordarne nulla.

Inserito il 30 lug 2015 alle 14:01

Non è la prima volta che vedo paragonare questo disco al Concerto for Group And Orchestra dei Purple, ma credo non sia possibile neanche il paragone. Questi sono ri-arrangiamenti in chiave classica di loro pezzi. Il lavoro di Lord col disco dei Purple è stato quello di CREARE da zero dei veri movimenti di musica classica da fondere con il rock e la voce di Gillan. Siamo su altre altezze. I Rage da recensire e riscoprire sono altri e purtroppo al portale mancano le recensioni di tutti gli album capolavoro del gruppo teutonico.

Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.