Copertina 6

Info

Anno di uscita:2004
Durata:53 min.
Etichetta:Sci Fidelity

Tracklist

  1. WAKE UP
  2. SIRENS
  3. LOOKING GLASS
  4. ORION’S BELT
  5. MOUNTAIN GIRL
  6. LONESOME ROAD BLUES
  7. ELIJAH
  8. VALLEY OF THE JIG
  9. TINDER BOX
  10. JUST PASSIN’ THROUGH
  11. WHO AM I ?
  12. TIME ALIVE
  13. ON MY WAY

Line up

  • Billy Nershi: guitars, vocals
  • Michael Kang: mandolin, violin, vocals
  • Keith Moseley: bass, vocals
  • Kyle Hollingsworth: keyboards, vocals
  • Michael Travis: drums

Voto medio utenti

Questa è una formazione di maturi musicisti che agisce in ambito country-bluegrass, veterani del settore con buon seguito esclusivamente Statunitense.
Musica assai lontana dai normali canoni di Eutk, anche considerando l’ampio orizzonte rock del quale siamo dotati.
La band del Colorado propone infatti un sound in buona parte folk-acustico, atmosfere estremamente tranquille ed adulte con quel particolare feeling campagnolo grazie al quale acquistano rilievo strumenti come violini, viole, mandolini, chitarre slide e lap steel, tutt’altra faccenda rispetto ai riffoni ed alle urla gutturali che ci troviamo solitamente di fronte.
Un gruppo che non ama certamente alzare i ritmi ed i toni di voce, anche se in quest’ultimo lavoro si è verificata una leggera svolta in senso elettrico e sperimentale. Le estese blues-ballad morbide e rilassate come “Wake up” o “Looking glass” con il loro respiro arioso ed elegante li avvicinano a jam-bands del tipo Widespread Panic o Gov’t Mule, senza però le loro eccitanti fughe chitarristiche. Nella parte centrale dell’album invece si sviluppa una lunga sezione strumentale che arriva perfino a sfiorare rarefazioni Floydiane, vedi l’accoppiata “Orion’s belt/Mountain girl”, alternate a vivaci ed allegri passaggi nella tradizione folk-popolare come l’aria Irlandese “Valley of the jig”. Gradevole anche qualche brano estremamente melodico, vedi “Tinder box” o “Time alive”, ottimi per rilassarsi in poltrona al termine di una faticosa giornata. Purtroppo c’è il rovescio della medaglia, ed episodi come “Just passin’through” o “Elijah” tra archi e pianoforti romantici offrono la stessa sensazione di quelle stucchevoli colonne sonore dei drammoni strappalacrime, scivolate nel melenso che non si limitano ai due brani citati ma compaiono più volte nell’album, provocando un senso di pesantezza generale.
Un lavoro che è davvero difficile consigliare agli appassionati di rock, meno che mai a quelli di metal, indicato solo a chi vuole immergersi nel placido e sereno mondo dell’adult country-rock Americano di nuova generazione.

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