Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2012
Durata:51 min.
Etichetta:Massacre Records

Tracklist

  1. PROLOGUE
  2. POWER DIVE
  3. MY SEPARATION
  4. DREAMS AWAKE
  5. KAMI
  6. THE UNTOUCHABLE
  7. BEING WORTH
  8. DEDICATION
  9. YOUR HANDS
  10. RED WINTER'S SNOW I (PROPHETS OF DOOM)
  11. POWER DIVE (REPRISE)

Line up

  • Jens Hartwig: bass
  • Erik Seitz: drums
  • Christopher Gutjahr: guitars
  • Lukas Palme: keyboards, vocals
  • Maike Holzmann: vocals

Voto medio utenti

E' sempre difficile "categorizzare" un gruppo, soprattutto se come nel caso dei Voices of Destiny le influenze sono davvero molteplici: symphonic metal, epic, gothic, death, power..chi più ne ha più ne metta, davvero. Quello che conta però, alla fine, è la qualità del disco: e in questo ambito, i tedeschi hanno sicuramente fatto centro, seppur senza stupire più di tanto.

In tutto quel pout-pourri di generi, quello che spicca maggiormente è senza dubbio un symphonic metal dalle marcate tinte gotiche, con una voce femminile d'impostazione classica ma non operistica e una voce maschile growl in appoggio, appannaggio del tastierista Lukas Palme. Il primo gruppo di riferimento che balza alla mente sono senza dubbio gli Epica, anche se per onore di cronaca c'è da dire che Simone Simons è tutta un'altra cosa rispetto alla pur brava Maike Holzmann. Dal punto di vista del look, s'intende!
Globalmente le canzoni si mantengono tutte su un buon livello compositivo, senza eccellere particolarmente se non nell'opener omonima "Power Dive", davvero interessante sia dal punto di vista tecnico sia per delle linee vocali azzeccatissime e di sicuro interesse.
Le due voci lavorano bene insieme, anche se c'è da dire che i growls di Lukas arrivano a malapena alla sufficienza, risultando a tratti fastidiosi in quanto a tonalità, spostando la bilancia delle preferenze verso la voce canonica ma mai sbavata di Maike.

In conclusione, un disco riservato esclusivamente agli amanti di sonorità gothic e sinfoniche, per gli altri direi niente di imprescindibile, anche se potrebbero essere una piacevole alternativa ai già citati Epica. Sia mai che dopo un po' la rossa annoi..

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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