Malkavian - Whatever Doesn't Kill You, Makes You Stronger

Copertina 6

Info

Anno di uscita:2004
Durata:23 min.
Etichetta:Massacro
Distribuzione:Goodfellas

Tracklist

  1. NERDOLOKAUST
  2. NEST OF VIPERS
  3. CANNIBAL OTTER
  4. VA-MP-IR-ES-
  5. SUNBURNT
  6. BABY PSYCHO
  7. U
  8. THROAT BLASTER
  9. LAST MINUTE
  10. A-L-B-A-
  11. D-SANCHEZ (ASS? YES COVER)
  12. U2
  13. T-C-O- ABANDONS THE LEGION
  14. I-R-A-
  15. GRABBED BY THE NECK
  16. THE HUMAN BASHER
  17. SUNBURNT (DEMO VERSION)

Line up

  • Henrique: vocals
  • Sbodoz: vocals
  • G. Belmont: bass
  • Mierda: guitars
  • Kura: drums

Voto medio utenti

I romani Malkavian sono una band che suona grindcore, qui al debutto. Il disco inizia subito con un sample cinematografico tratto dal Dracula di Coppola: "Benvenuto in mia casa, entrate e lasciate un po’ della felicità che recate … ". La cosa non è molto rassicurante e le tracks che seguono ne sono una conferma. La band si fregia di due vocalists, uno dedito ai growls in bassa frequenza, ed un altro dedito agli screams in alta frequenza, che ci sanno fare. Le songs vantano varie influenze, infatti se da un lato la band non pretende di andare sempre a mille all'ora, con opportuni rallentamenti e stop'n'go, dall'altro il sound è molto pulito e punta più sulla compattezza che sulla violenza vera e propria. Almeno questo è l'andazzo delle prime tracks, laddove fanno capolino talora i Benumb, talora i Nasum, mentre nei rallentamenti si sente l'influenza dei Cephalic Carnage. Sia chiaro che non ci troviamo di fronte a nulla di trascendentale, tutta roba già abbondantemente sentita, ma non per questo meno valida. Il sound in generale da una sensazione di "quadrato" e "freddo", grazie alla produzione cristallina che esalta l'impatto e mette ordine nel chaos che potrebbe crearsi. La peculiarità di questa band sta nella forte influenza metal, thrash soprattutto, che mitiga l'acredine grindcore. Verso la fine però la componente più puramente grind prende il sopravvento e l'intensità e la violenza raggiungono standard di valido spessore. In definitiva un dischetto godibile, per nulla ostico, abbastanza fruibile: tutte qualità che farebbero la fortuna di qualsiasi altro disco di un qualsivoglia altro genere. Purtroppo nel grind non è così e pur sottolineando la validità di questo dischetto non possiamo elevarlo al di sopra della media.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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