Copertina 6

Info

Anno di uscita:2019
Durata:32 min.
Etichetta:Independent

Tracklist

  1. DR EVIL PAYS WELL
  2. GUILTY PLEASURES
  3. SUGAR HIDES THE PAIN
  4. THE SMARTER THEY COME, THE HARDER THEY FALL
  5. TUBULAR MEAT PRODUCTS
  6. MYTH OF CONTENTMENT
  7. MONEY MAKES US MISERABLE
  8. FLEE FROM TERROR TO BE EATEN BY LIONS
  9. MISSING YOUR BLESSINGS
  10. INTO THE FOG
  11. PUNKS NOT PUNK
  12. THE WAIT
  13. A POISONED DOG WILL BITE
  14. CARING FOR OTHERS IS WHAT GIVES LIFE MEANING
  15. I REGRET THE TIMES I'VE GROVELED MORE THAN THE OPORTUNITIES LOST BY NOT
  16. JESUS WAS A MUSLIM
  17. STEPPING IN SHIT
  18. RACE IS A CONSTRUCT OF THE ELITE USED TO DIVIDE US FOR SUBJUGATION
  19. THE POLICE ARE STATE SPONSORED TERRORISTS
  20. NOT EVERYTHING SWEET TASTES GOOD
  21. EXPECTATIONS
  22. EXPLOITATION OF NECESSITY
  23. NO DESSERT UNTIL YOU EAT YOUR VEGGIES

Line up

  • Adam: drums
  • Damian: strings & vocals

Voto medio utenti

I Violent Opposition sono un duo che già da qualche anno tenta di portare un po’ di freschezza nel panorama Grindcore mondiale.
Dietro ad una copertina a dir poco orripilante c’è da dire che si nasconde della musica particolare e peculiare che vuole (e solo in parte riesce) a unire il Grindcore più veloce e selvaggio alla musica di… Frank Zappa! Si, avete letto bene, proprio il genio di Baltimora.

Cosi ad un Grindcore tutto sommato molto classico (e vicino al Power Violence piuttosto che al Crust Punk) e pure discretamente riuscito, ci sono dei piccoli stacchi dal vago sapore Jazz Rock/Fusion e qualche piccolo fraseggio Blues che dà un discreto brio alla proposta musicale di Adam (batteria) e Damian (chitarre e voci), dandole quel pizzico di fantasia e personalità che tanto basta a giustificare la presenza di questa band in uno scenario sempre più affollato.

Certo, sarebbe stato apprezzato un maggior coraggio compositivo, come una maggior presenza di parti Jazz Rock/Fusion/Blues ed una chiave di lettura per dare maggior coerenza stilistica che avrebbe portato ad un matrimonio più riuscito tra questi due estremi (come effettivamente riuscì qualche decennio fa al prode John Zorn), che allo stato attuale rischia di scontentare sia gli amanti del Grind che quelli del chitarrista/compositore americano.

Recensione a cura di Seba Dall

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