Copertina 6

Info

Anno di uscita:2011
Durata:57 min.
Etichetta:Roadrunner Records

Tracklist

  1. SUDDEN DEATH
  2. PUBLIC ENEMY NO.1
  3. WHOSE LIFE (IS IT ANYWAYS?)
  4. WE THE PEOPLE
  5. GUNS, DRUGS & MONEY
  6. NEVER DEAD
  7. NEW WORLD ORDER
  8. FAST LANE
  9. BLACK SWAN
  10. WRECKER
  11. MILLENNIUM OF THE BLIND
  12. DEADLY NIGHTSHADE
  13. 13

Line up

  • Dave Mustaine: vocals, guitars
  • David Ellefson: bass
  • Shawn Drover: drums
  • Chris Broderick: guitars

Voto medio utenti

Devo dire la verità, mi aspettavo molto ma molto peggio da questa nuova uscita dei Megadeth, forse a causa dei non troppo convincenti brani che erano stati rilasciati per l’ascolto, forse a causa dell’effetto domino causato dall’ascolto di Lulu e dalla storica videorecensione del Graz, per cui già mi vedevo chino sul bidé a contro-recensire… Ed invece, al tredicesimo disco in studio, lo zio Dave riesce almeno a salvare la faccia, buttando giù un dischetto tutt’altro che imprescindibile, ma allo stesso tempo non proprio da buttar via.

Aiutato da una bella produzione moderna, e da una sezione ritmica che suona dannatamente bene (grande prova di Shawn Drover dietro le pelli, e un suono pieno e potente del basso di Ellefson, che lo scrivente considera uno dei migliori bassisti in giro quanto a “palle”), Mustaine e soci infilano tredici brani di onesto heavy metal ‘alla Megadeth’, di cui però una buona metà sono pezzi evitabilissimi, se non proprio brutti. Niente di indecente, intendiamoci, ma dopo la buona tripletta d’apertura (“Sudden Death”, “Public Enemy n°1”, “Whose life”) l’album si accomoda su mid tempo dalle linee vocali strasentite, a cui le bordate chitarristiche del sempre bravo (ma a volte un po’ troppo prolisso) Chris Broderick stanno così e così, creando una sensazione di stantio e di poco ispirato. Dentro “Th1rt3een”, per fortuna, ci sono però momenti in cui Dave e soci rispolverano la loro storia, e riescono a far quadrare il cerchio, come nella cattiva “Wrecker” o nell’omonimo brano in chiusura, in cui il rosso più famoso del metal racconta in pratica la storia della sua vita, le sue cadute e le ripartite.

Con i Megadeth vale il discorso che abbiamo già fatto mille volte con tutti i grandi gruppi, quelli che hanno una storia alle spalle che pesa come un macigno: scordatevi i fasti del passato, il tempo trascorre e la creatività di un uomo è spesso influenzata da mille cose. Scrivere metal con le contropalle, secondo il sottoscritto, riesce decisamente più facile a vent’anni, quando l’entusiasmo e la freschezza ribelle di un giovane metallaro artisticamente dotato riescono a venir fuori naturalmente, senza troppi condizionamenti dall’esterno. A 50, invece, la maturità, le tante esperienze accumulate, e l’essere entrato in un meccanismo commerciale rodato e ben oliato, ti portano sicuramente ad avere un approccio verso la scrittura molto diverso, in cui, anche non volendo, il fattore ‘calcolo’ entra prepotentemente nell’alchimia compositiva. Spero di essermi spiegato: secondo me, quando scriveva “Peace Sells…” o “Rust in Peace”, a Dave Mustaine importava ben poco del bilanciamento dei brani, del pezzo radio-friendly, delle scadenze da rispettare; oggi, più di vent’anni dopo, i Megadeth sono una delle più famose heavy metal bands sulla piazza, e ci va ancora grassa che non abbiano rinnegato la musica degli esordi, o che addirittura non si siano sciolti. “Th1rt3en” è un onesto disco fatto da una band che ama la sua musica; non sarà il capolavoro della vita, ma, da metallari disillusi e smaliziati, ce lo faremo più che bastare.
Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino
Quote popolari

Indiscutibilmente alta la tecnica che,attraverso momenti di assoluta eccellenza,rende suggestivo Th1r3en: un album fine a se stesso.Svuotato dell'immediato pop si abbandona senza scomodare le emozioni..strano di non essere in grado di stupire...malgrado le capacità artistiche che sono diventate un ripetersi di cose sempre uguali poste ordinatamente

inferiore a Endgame, ma comunque discreto

inferiore al precedente Endgame ma comunque un disco che strappa una piena sufficienza, con una buona metà composta da brani convincenti (New World Order, Public Enemy, Fast Lane, Deadly Nightshade, la titletrack ecc.) , altri che invece abbassano la media dell'album. Purtroppo le buone cose realizzate con questo album, e col disco precedente, saranno vanificate dall'osceno "Super collider", nel 2013.

Io non l'ho trovato male!

vi dirò la verità... io, senza saper nè leggere nè scrivere, questo albu, non l'ho trovato male... vabbè niente di pazzesco ma l'ho ascotlato dall'inizio alla fine con discreto divertimento e questo è quello che si chiede a un album metal tanto piu di una band classica che ha gia fatto e detto tutto.

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 15 apr 2013 alle 16:29

quoto sbranf, con la vecchiaia credo sia più difficile trovare l'ispirazione

Inserito il 14 nov 2011 alle 12:35

Occhio al nuovo dei Riot, che merita. Infatti, comprato (perchè i dischi dei Riot si COMPRANO e non si scaricano), ascoltato, piaciuto. Vecchi leoni che ruggiscono ancora, forse fregati dall'attesa e dai samples già sentiti che hanno stemperato l'effetto sorpresa. Quando uscì Thundersteel non me lo aspettavo, non riconoscevo il sound almeno fino al primo assolo di Mark Reale: quello l'ho riconosciuto, sì! Scusate l'OT :-)

Inserito il 13 nov 2011 alle 13:24

Dopo vari riascolti, al disco do un 6,5 ... dignitoso!

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