Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2004
Durata:55 min.
Etichetta:Dependent
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. THE APPROACH
  2. INSIDE
  3. PARAGON
  4. MATRIARCH
  5. OMNISCIENT
  6. DECEMBER
  7. DELUSION
  8. CONSTRUCT
  9. SERENADE OF DREAMS
  10. EXTINCTION MEANS FOREVER

Line up

  • Sigve Monsen: vocals
  • Per Waagen: synths
  • Svein Joar A. Johnsen: guitars

Voto medio utenti

Come molti di voi sapranno la Norvegia non è solamente il paese che ha dato i natali alle più importanti black metal band di sempre, ma anche il luogo dal quale provengono alcuni dei gruppi più conosciuti della scena electro, come ad esempio gli Apoptygma Berzerk, gli Icon Of Coil e (anche se propongono un genere leggermente diverso da quello delle formazioni che ho appena nominato) gli Zeromancer. I Pride And Fall sono un po' gli ultimi arrivati all'interno di tale ambito musicale, ma a quanto pare hanno subito saputo guadagnarsi rispetto e interesse da parte di numerose label, accasandosi infine presso la Dependent, famosa per aver pubblicato i cd di gruppi come VNV Nation e Covenant. E in effetti i tre scandinavi hanno saputo confezionare un lavoro decisamente degno di nota, composto da dieci tracce che sono tutte potenziali hit da dancefloor, e che di sicuro saranno sfruttatissime dai vari dj's sparsi nelle discoteche "alternative" di mezza Europa. In particolare questo disco piacerà agli estimatori dei già citati VNV Nation, infatti i Pride And Fall li ricordano moltissimo sia dal punto di vista musicale che da quello vocale (il cantante Sigve Monsen è in pratica una sorta di clone di Ronan Harris!!). Nell'album troverete principalmente melodie ultraorecchiabili, ritmi sostenuti e quella vena oscuro/malinconica che tanto piace ai fan della band inglese, ma in qualche caso sono presenti anche alcune (brevi) divagazioni, come ad esempio quella rappresentata dalla parte iniziale di "Construct", più simile a certe cose degli Hocico che al future pop. Personalmente trovo abbastanza preoccupante che stiano nascendo così tante band dedite a questo genere musicale, infatti sta diventando sempre più difficile (visto l'alto numero di uscite discografiche) riuscire a scovare il gruppo davvero valido e ad ignorare invece le schifezze vere e proprie, per cui credo sia un bene dire chiaramente che "Nephesh" è un gran bel dischettino, costruito ottimamente e molto piacevole da ascoltare, ma che ve lo consiglio soltanto se siete amanti di questo tipo di sonorità e se non siete alla ricerca della cosa originale a tutti i costi. Se invece il future pop vi ha già stufato ampiamente il mio suggerimento è quello di passare oltre, e se infine siete solo curiosi perché l'electro "danzereccia" la conoscete poco, beh allora questo potrebbe essere davvero un buon modo per iniziare ad ascoltarla!!
Recensione a cura di Angela 'Grendel' Benemei

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