Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2011
Durata:47 min.

Tracklist

  1. INTRO
  2. LIVING MADNESS
  3. BURIED ALIVE
  4. DARK EDEN
  5. DIVINE DELETION
  6. TIME TO DIE
  7. MIDIAN (INSTRUMENTAL)
  8. KINGDOM GONE
  9. ETERNAL WAYS OF SORROW
  10. SUFFER AGONIES
  11. I HEARD (SOUNDTRACK)

Line up

  • Miriam Granatello: vocals
  • Valerio Passaretti: lead guitar
  • Gianluca Bertolino: guitar
  • Omar Noviello: bass
  • Andrea La Vecchia: drums

Voto medio utenti

C’ho pensato molto prima di iniziare a scrivere questa recensione, e vi spiego subito il perché. I Midian, di Caserta, meritano lodi e rispetto per come si propongono. Ottimi arrangiamenti, parti soliste di rilievo, una registrazione tutto sommato più che sufficiente, anche calcolando che è artigianale, un artwork di rispetto, insomma, in poche parole, lo fanno nel più professionale dei modi. Purtroppo, però, non altrettante lodi posso tessere dal punto di vista strettamente musicale. Se da un lato, infatti, è vero che durante l’ascolto dell’album spesso e volentieri saltano fuori delle partiture che lasciano di stucco per la qualità intrinseca, nel complesso il cd risulta ancora troppo acerbo per giudicarsi la promozione col massimo dei voti. Incostanti, con questa parola penso che si possano giudicare i Midian, proprio per questi contenuti altalenanti che ti lasciano un po’ spiazzato. E dire che il cd parte alla grande, con un’intro che non è il solito intro scontato e banale, ma un vero e proprio mini brano strumentale, con tanto di melodie arabeggianti. La successiva “Living madness” è una delle più riuscite del disco, anche se il suo ritmo cadenzato fa ben intuire quale sarà l’andazzo generale. Per fortuna la band riesce a variare la propria proposta, dalla più trascinante “Eternal ways of sorrow”, personalmente la mia preferita, alla strumentale “Midian”, perfetto incrocio tra le cavalcate dei Maiden e l’epicità degli strumentali dei Four Horseman, finendo con la semi ballad “Dark Eden”, semi perché nella parte finale si indurisce decisamente. E questo, insieme a “Suffer agonies”, è anche uno dei brani in cui si riesce ad apprezzare al meglio la voce di Miriam Granatello, in grado di passare con disinvoltura dal growl al tono pulito, riuscendo a convincere in entrambi i casi (e in questo sicuramente l’ha aiutata la sua esperienza nella cover band dei Guano Apes in cui canta). Insomma, le intenzioni i Midian ce le hanno messe tutte, cercando di crearsi un sound il più possibile personale, partendo da una base thrash, e inserendoci sopra massicce dosi di classic metal, e qualche spruzzata di sweadish death metal, quello melodico, chiariamo. Questo tentativo, però, è riuscito solo in parte, perché se è vero che in alcuni frangenti il sound dei nostri risulta abbastanza personale, è altrettanto vero che in altri, come già accennato prima, è ancora troppo acerbo, e finisce con l’essere un minestrone senza forma, risultando poco thrash per i thrasher incalliti, e poco classic per i defenders più puristi. Sicuramente stiamo parlando di una band in crescita, le qualità ci sono tutte e per questo non mi sento di stroncarli, ma, al contrario, di incitarli a concentrarsi di più, nella speranza che col prossimo album le cose siano decisamente migliorate, quindi il voto è di incoraggiamento. Se non avessero bruciato troppo i tempi (ricordiamo che prima di “Screaming demon” avevano dato alla luce un solo demo), forse i risultati sarebbero stati migliori, magari pubblicando un EP con pochi pezzi ma buoni.
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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