Copertina 5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2003
Durata:40 min.
Etichetta:Rage of Achilles
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. RAT PISS
  2. PSYCHIC ONE INCH PUNCH
  3. HELL IS OTHER PEOPLE
  4. WANKER COLONY
  5. THE CHRONOVISOR
  6. HIT BOTTOM
  7. NO MEMORY
  8. PISS FOR BLOOD, SHIT FOR BRAINS
  9. 38

Line up

  • Dave Cunt: vocals
  • Misery: guitars
  • Drunken: guitars
  • Dirty Von Arse: bass
  • Migg Kenney: drums

Voto medio utenti

Ci sono alcune band per cui pare che il tempo si sia letteralmente fermato, ma non in senso positivo però... È questo il caso dei Mistress, formazione britannica (di Birmingham per l'esattezza) che con "II: The chronovisor" giunge al traguardo del secondo disco, e che pare avere una grande nostalgia del periodo che va dalla fine degli anni ottanta all'inizio degli anni novanta, quando sia nel Regno Unito che negli States il fenomeno death/grind iniziava ad avere una certa rilevanza e pure un discreto seguito di fans. Dico questo perché il cd in questione aggiunge poco o nulla di nuovo a quanto già detto da decine e decine di gruppi che all'epoca imperversavano nella scena metal più estrema, gruppi che oltretutto ad un certo punto saturarono completamente il mercato, visto e considerato che la maggior parte delle uscite altro non erano se non copie perfette l'una dell'altra. Se i Mistress fossero esistiti dieci e passa anni fa non credo che in molti li avrebbero presi in considerazione: forse oggi hanno qualche piccola chance in più, se non altro perché le band che suonano il loro genere stanno diventando sempre più rare, ma sinceramente non penso saranno in moltissimi a sentire il bisogno di ascoltare una formazione come questa, che magari non propone nulla di scandalosamente brutto ma non ha neanche molte cose interessanti da dire. I brani inclusi nel cd sono abbastanza standard, contraddistinti dalle tipiche sfuriate iperveloci e caotiche alternate a rallentamenti e parti cadenzate davvero noiose e un po' inconcludenti (come nel caso di "38", la lunghissima track conclusiva dell'album). Niente da ridire sulle vocals, che si attestano su livelli medi, mentre proprio non mi è piaciuto il suono della batteria, mixato troppo alto in certe occasioni e quindi responsabile della scarsa resa complessiva di certi brani. Mi sento di consigliare un disco del genere solo ed esclusivamente ai fans ultra-accaniti del death più brutale: tutti gli altri farebbero bene a rispolverare qualcosa dei Suffocation, dei primi Carcass o dei Napalm Death se vogliono ascoltare della musica veramente malata e disturbante!
Recensione a cura di Angela 'Grendel' Benemei

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