Nonostante abbiano alle spalle una non lunghissima carriera, i tedeschi Disbelief sono già giunti alla pubblicazione del loro quinto album. Per questo lavoro tutte le cose sono state fatte in grande e la stessa Massacre Records ha investito parecchio sulla band, che sta godendo di una buona promozione e quindi di una certa visibilità (che include tra l'altro la partecipazione al tour europeo dei Death Angel, recentemente passato anche dall'Italia). Non c'è che dire, il disco è bello, ottimamente prodotto da Andy Classen presso gli studi Stage One e suonato da persone che sanno fare il loro mestiere, ma ha dei limiti comuni a parecchie delle uscite di questi ultimi anni. I Disbelief ci propongono un death di grande impatto, potente e aggressivo, che a volte concede anche qualche spazio alla melodia: tutto è ben dosato e ben calibrato, il suono è pulito e cristallino e le vocals di Karsten Jäger sono davvero incisive e convincenti, ma purtroppo manca del tutto quel "non so che" in grado di rendere questa uscita un po' diversa dalle altre decine e decine che in anni recenti hanno affollato gli scaffali dei negozi alla voce "Death metal". Citare qualche brano dell'album in questo caso non avrebbe granché senso, infatti non ci sono dei punti deboli o delle cadute di tono tra le tredici tracce incluse in "Spreading the rage": come dicevo la qualità media è elevata e questo fa sì che il cd si possa ascoltare tutto di un fiato senza che ci si imbatta in momenti noiosi o comunque meno piacevoli di altri. Mi soffermo solamente sulla penultima traccia dell'album, che poi è una cover di "Democracy" dei Killing Joke: si tratta infatti di un brano molto bello, che si distingue dal resto per le atmosfere inusuali e il particolare tipo di melodia che gli fa da sottofondo. Che altro dire di questa nuova fatica dei Disbelief? Beh, che sicuramente è un lavoro molto valido e curato in ogni minimo particolare, e che quindi non mancherà di accontentare gli appassionati di questo tipo di musica, ma per chiarezza è anche necessario aggiungere che non potrà certo farsi notare dal punto di vista dell'originalità, qualità che dovrete andare a cercare altrove se siete tra coloro che la ritengono un elemento fondamentale per la riuscita di un disco.
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