Copertina 5,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2003
Durata:34 min.
Etichetta:Black Lodge
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. THE ROTTEN
  2. CHAOS REIGN SUPREME
  3. BEYOND RECOGNITION
  4. TORTURE SLAVE
  5. TERROR FROM THE SKY
  6. LEGACY OF THE WICKED
  7. FACE THE INFERNO
  8. UNDER THE SIEGE
  9. WAR IS ON
  10. PERVERSION PREVAILS

Line up

  • Erik Tormentor: vocals
  • Johan Thörngren: guitar
  • Nicklas Eriksson: guitar
  • Rob Rocker: bass
  • Christofer Barkensjö: drums

Voto medio utenti

La sensazione che ho avuto dopo molti ascolti di questo disco è stata principalmente una forte delusione; mi spiego meglio: i Serpent Obscene non sono certo un gruppo che pretende di essere originale o innovativo, ma proprio il loro fiero death'n roll li rende assai distanti da quella marmaglia di cloni dei Morbid Angel o dei Cannibal Corpse. Per carità questi due gruppi sono giustamente molto imitati, ma forse ultimamente si è supereta la soglia e un'orda di band tutte identiche è giunta al debut e rischia di rimanere lì se la proposta non si smuove un pò. Invece questi baldi nordici preferiscono ispirarsi più ai grandi del death europeo, Entombed su tutti, senza disdegnare una grossa influenza di thrash metal (sono riconoscibilissimi gli Slayer, ma in alcuni tratti anche i Testament); insomma un bell'amalgama, che forse pecca proprio per le troppe soluzioni, a volte dispersive, che si sa non sono proprie delle produzioni death. Probabilmente è solo una questione di tempo dato che i Nostri sono solo al secondo album e la maturità potrebbe essere dietro l'angolo, in fondo ciò che è da buttare via di questo disco è poco rispetto a quanto c'è da tenere in considerazione. Sicuramente la produzione è il punto più debole, ha reso sterili i riff che avrebbero potuto essere devastanti a dir poco, ha posto la batteria in primo piano, dimenticando il basso, forse salvando solo la voce da questo impasto sonoro. Di certo non manca l'impatto e questi Serpent Obscene devono essere delle machhine da guerra dal vivo, facendo leva soprattutto su una certa orecchiabilita, che attenzione non va confusa con la melodia du cui molte band stanno abusando ultimamente, parlo di quell'orecchiabilità che si può affibiare agli Slayer di Seasons in the Abyss. Mi sembra alquanto inutile soffermarsi sulle singole canzoni che solamente quà e là regalano qualche interessante passaggio, mentre molto spesso hanno il sapore della routine. Se non vi interessa avere tra le mani un prodotto impecabile, originalissimo, ma comunque valido vi consiglio di ascoltarli perchè quanto a grinta e passione spaccano davvero, mentre per tutti gli altri è meglio soprassedere, chiunque in casa ha un disco simile a questo.
Recensione a cura di Alessio 'Slayer' Noè

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