Copertina 6,5

Info

Past
Anno di uscita:1978
Durata:46 min.
Etichetta:Vertigo Records

Tracklist

  1. NEVER SAY DIE
  2. JOHNNY BLADE
  3. JUNIOR'S EYES
  4. A HARD ROAD
  5. SHOCK WAVE
  6. AIR DANCE
  7. OVER TO YOU
  8. BLACKOUT
  9. SWINGING THE CHAIN

Line up

  • Ozzy Osbourne: vocals
  • Tony Iommi: guitar
  • Geezer Butler: bass
  • Bill Ward: drums

Voto medio utenti

Una volta tanto non parliamo di un “best”, bensì di quello che è considerato uno dei peggiori lavori della formazione che io giudico la più influente in assoluto in ambito hard’n’heavy: i Black Sabbath.
“Never say die!” è stato il capitolo finale dei vent’anni di carriera della line-up storica di questa band: Osbourne, Iommi, Butler e Ward. Ma ciò che molti ignorano è il fatto che Ozzy aveva già abbandonato dopo la realizzazione di “Technical Ecstasy”, l’album precedente a questo. Infatti, era stato subito rimpiazzato da Dave Walker, già frontman di Savoy Brown e Fleetwood Mac, che era un vecchio amico di Iommi e Ward. Egli, nel novembre 1977, raggiunse di corsa i nuovi compagni e si mise immediatamente all’opera per scrivere i testi delle canzoni che gli altri stavano componendo. Per la cronaca, Walker apparve una sola volta nella veste ufficiale di nuovo singer dei Black Sabbath: una versione del classico “War pigs” e della nuova “Junior’s eyes” per un programma televisivo della BBC (gennaio 1978).
Infatti, nel frattempo, Osbourne non riuscì a mettere insieme una propria formazione, così annunciò il suo clamoroso rientro all’ovile. Toccò a Bill Ward l’ingrato compito di dare il benservito a Dave, dopo averlo messo inutilmente sotto pressione per alcuni mesi.
A tre giorni dall’ingresso nello studio di registrazione, Ozzy venne reintegrato e subito dichiarò che non avrebbe cantato nulla di ciò che era stato scritto in sua assenza. Ma non furono solo i capricci da star del cantante a costringere la band a passare cinque mesi negli Studios di Toronto, dove i Sabs si erano rifugiati per sfuggire all’esoso fisco britannico. Il motivo principale furono gli abusi di alcool, droga e gli eccessi vari da parte dei quattro musicisti, ormai in gravi difficoltà personali.
Comunque il disco esce nel settembre 1978 e, malgrado una stampa assai negativa, ottiene un buon successo. In Inghilterra sale al dodicesimo posto in classifica, uno in più di “Technical ecstasy”, ed anche i due singoli, “Never say die” e “Hard road” si piazzano abbastanza bene, in piena epoca punk.
Risentito oggi, è sicuramente inferiore ai migliori standard della formazione di Birmingham. Ma parliamo di standard ai massimi livelli immaginabili, non di una “aurea mediocritas”. Perciò, considerato a sé stante, si tratta di un lavoro discreto, con alcuni buone canzoni (oltre a quelle già citate, l’americaneggiante “Over to you”) ed altre in tono minore. Come già detto in passato, un gruppo emergente di oggi si venderebbe parecchio per avere pezzi come la title-track o “Junior’s eyes”, perlomeno questa è la mia sensazione.
Resta il fatto che, dopo un lungo tour con i Van Halen, i Black Sabbath rientrano in studio a Los Angeles per scrivere il loro nono album. Ma la micidiale miscela di problemi legali, discografici, eccessi, frizioni interne, ed il fatto che Ozzy è ormai ingestibile, convinceranno Iommi a licenziare il carismatico ed estroso cantante. Qui termina la prima fase della straordinaria parabola di questi “giganti” del rock, che avranno ancora tantissimo da dire nel futuro.
Bye Bye Ozzy ma "never say die"

Uno degli albums peggiori della band(insieme a "Forbidden"forse il peggiore in assoluto),anche se anche un brutto album dei Sabbath è sempre interessante e pieno di cose nuove.Spariscono le atmosfere gotiche & doom'n'gloom che appartengono di diritto alla band.Le cose più interessanti sono le influenze quasi jazzy di alcuni brani come "Air Dance"o la bella melodia della title-track.

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 27 dic 2012 alle 12:34

Dopo 35 anni stanno ancora ad imitarli. Insuperabili.

Inserito il 26 dic 2012 alle 12:43

uno dei miei dischi preferiti della loro discografia.E' un disco non "malvagio" come s.b.s . o sabotage ma "buono" ( shock wave è una canzone "cristiana" e musicalmente mi piace),musica jazzata,don airey grande cesella la cornice di una band che è consapevole allo scioglimento. air dance è stupenda. è un disco paradisiaco,leggero,da lsd.. hard road ha un fantastico ritornello,spensierato...è un bel disco,unico nella loro discografia,un disco davvero frichettone a loro immagine e somiglianza. irrinunciabile.

Inserito il 25 dic 2012 alle 21:33

A me piace. Gli ultimi BS con Ozzy possiedono un misteiroso fascino di decadenza. E comunque: un gruppo emergente di oggi si venderebbe parecchio per avere pezzi come la title-track o “Junior’s eyes” ma come si fa a non essere d'accordo???

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