Copertina 5

Info

Genere:Gothic / Dark
Anno di uscita:2006
Durata:56 min.
Etichetta:Autoproduzione
Distribuzione:Alkemist Fanatix Europe

Tracklist

  1. SILENT NIGHT
  2. WISH
  3. CRYSTAL TEARS
  4. BLOOD ON THE WALL
  5. SEE THE GRIEF
  6. SCARS OF MY SOUL
  7. MEMORIES
  8. SWEET MADNESS
  9. ANGUISH
  10. LAGOON
  11. DANCE OF VISIONS

Line up

  • Antonio López: guitars
  • Quini: drums
  • Joaquín: bass
  • Arturo: keyboards
  • Haydée Mariñoso: vocals

Voto medio utenti

Album in studio del gruppo spagnolo di Murcia, che con Crystal Tears propongono in chiave tenue e scorrevole, un ghotic-rock di facile ascolto, ripercorrendo le tematiche proposte in veste live in apparizioni del 2005 e 2006.
Band formata dal chitarrista e fondatore del gruppo Antonio Lopez , i Remembrances, ci offrono stesure compositive piuttosto ripetitive nonostante l'ottima presenza della vocalist Haydee Marinoso.
Il brano d'apertura "Silent Night", non fa che evidenziare quella che è la caratteristica predominante dell'intero cd, attestandosi su melodie e ritmiche molto schematiche, staticità che viene momentaneamente abbandonata nella successiva "Wish", pezzo ben strutturato grazie alla buona performance dell'intera band."Crystal Tears" si sviluppa con discreta armonicità intrecciando trame in stile fantasy con risultati apprezzabili da un punto di vista interpretativo, ingredienti che ci introducono alla successiva " See The Grief " motivo piuttosto flebile e privo di originalità, temi che invece troviamo più presenti ascoltando la vivace "Scars Of My Soul", caratterizzata da una convincente impronta melodica in grado di mostrare l'aspetto più positivo dell'intera produzione facendo emergere una sei corde e in pianoforte ben sincronizzati. Spazio a tastiere ed elettronica in "Sweet Madness",infarcito di buoni spunti vocali ma musicalmente piatto e ripetitivo.
Elettronica più che mai nella stesura di "Anguish", decisamento fiacco e inconcludente, denunciando una sterilità musicale presente anche in "Lagoon"in cui, nonostante l'ottimo intro di pianoforte, denota limiti piuttosto evidenti. A chiusura " Dance of Vision", segna in maniera indelebile un lavoro decisamente deficitario che non riesce ad intrare in profondità ponendosi su livelli poco esaltanti e mai pungenti, un cd che vediamo come una clamorosa occasione mancata da parte di un gruppo dal quale sicuramente si aspettava qualcosa di più!
Recensione a cura di Carmelo 'Lino’64' Nazzaro

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