Copertina 7

Info

Anno di uscita:2009
Durata:26 min.

Tracklist

  1. SEASON
  2. MY DYING SUN
  3. THE GREAT SIN
  4. A DEAF STORM FALL

Line up

  • Steph: vocals
  • Dirty Frank: guitar
  • Tripp: bass
  • Cuttlefish: drums

Voto medio utenti

Sensazioni provate durante l’ascolto di “Season”, il debutto autoprodotto dei romani Thin Wire Unlaced: alcune atmosfere di Pearl Jam, Alice In Chains e Godsmack, impatto e groove di marca Black Label Society, Corrosion Of Conformity e Metallica, la propensione al dramma e alle dilatazioni liquide tipiche dei Tool e anche un pizzico del feeling veemente dei Pantera.
L’ennesimo esemplare di “predatore senza ritegno” della scena musicale, privo di “scrupoli” e d’identità, dunque? Direi proprio di no, perché, nonostante le tante influenze, i quattro capitolini sfornano un Ep passionale, intenso e sufficientemente vario, dimostrando di saper gestire piuttosto bene i propri influssi, coordinandoli con gusto e perizia (ricordandomi anche a tratti, nel modus operandi e nelle fonti ispirative, se escludiamo la componente psichedelica, gli americani Soil), in modo da rendere molto godibile anche l’attitudine un po’ “derivativa” che li caratterizza al momento.
Quattro canzoni (più una breve coda strumentale dai suggestivi accenti tribali) ugualmente accattivanti, dense di grunge, metal e hard rock, appena screziate d’alternative, pulsanti, nervose, telluriche e melodiche, con quelle aperture armoniche di natura “acida”, sussurrata e ipnotica che ingigantiscono ed espandono le emozioni, un attimo prima che irrompa una nuova scarica ultrafobica, sfruttando una modalità espressiva sicuramente non inedita e tuttavia ugualmente (con)vincente.
Tecnicamente assai preparati, guidati da un cantante dotato di un bel timbro (sebbene anch’esso non eccessivamente “personale”) e pure abbastanza duttile dal punto di vista interpretativo, i Thin Wire Unlaced, sfoggiano discrete dosi di talento e feeling, in parte ancora da “caratterizzare”.
Un’opera sulla lunga distanza, alla quale i nostri a quanto pare stanno già lavorando, ci dirà se le qualità dell’esordio troveranno una loro giusta consolidazione e un’ulteriore elaborazione, ma posso affermare fin da ora che mi aspetto molto da questo gruppo dalle notevoli possibilità.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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