Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2009
Durata:43 min.
Etichetta:Visible Noise
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. IGNORANCE NEVER DIES
  2. BURNT TONGUES
  3. NOTHING LEFT BUT REGRET
  4. ANTIPODE
  5. HYPOCHONDRIAC
  6. DREAMING OF BELIEVING
  7. TF
  8. UNKNOWN DUB
  9. THE CLOCKS AREN'T TICKING BACKWARDS
  10. FEELS LIKE THERE'S SOMETHING DARK INSIDE
  11. ALL I NEVER WANT TO BE
  12. GREAT SHAPE
  13. BLACK VEINS
  14. BLOOD RAN COLD

Line up

  • George Noble: vocals
  • Daniel Osbourne: guitar
  • Stuart Paice: guitar
  • James Sampson: bass
  • James Tailbee: drums

Voto medio utenti

Secondo album per gli inglesi YOUR DEMISE, ennesimo colpaccio della label Visible Noise che dopo i Brides, i Lostprophets ed i Bring Me the Horizon, azzecca il poker grazie alla furia ed alla freschezza di questo "Ignorance Never Dies", un concentrato di hardcore "straight in your face", senza concessioni alcune, all'interno dei brani (è bene specificarlo e dopo spiegheremo il perchè) a sperimentazioni o altre divagazioni.

Di ignoranza, attitudinalmente parlando, in questo disco ce n'è a secchi: fin dall'iniziale title track, legata alla successiva "Burnt Tongues", peraltro singolo scelto dalla band per il video promozionale, si intuisce che in stavolta non abbiamo a che fare con gruppi con direzione più spiccatamente commerciale o postcore, e lo si capisce immediatamente anche dalla produzione dannatamente metal, con chitarre thrashy, basso sconquassante e ritmiche devastanti, tanto che se al posto della voce vetriolica di George Noble ci fosse del growl staremmo quasi a parlare di urban death metal coi controfiocchi.

Sicuramente la prolungata compagnia in tour con gli statunitensi Biohazard ha giovato non poco alla band inglese che sembra già più avanti dei due album a cui è finora giunta; "Nothing Left but Regret", "Antipode", "TF", le conclusive "Black Veins" e "Blood Ran Cold" sono delle mazzate in pieno NY style, ma come detto venate da una pesantezza metal al 100%.
Peccato per delle tracce, come dicevamo in apertura di recensione, che non c'entrano nulla col resto del disco e che appaiono come strani intermezzi electro-trance, come "Hypocondriac" e le orrida "Unknown Dub" e "Great Shape".

A parte queste tre fetenzie, "Ignorance Never Dies" è in definitiva un disco davvero convincente, perfetto per chi adora l'hardcore vecchio stile, quello con radici dannatamente metal, che non guarda alle mode ed alle influenze ma ha il solo scopo di distruggere tutto e tutti, tra sfuriate velocissime e riffs ritmati da spezzare il collo.
Dal vivo sarà un autentico macello.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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