SHARK ISLAND: Richard Black (vocals)

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La storia degli Shark Island è in qualche modo analoga a quella di molte altre formazioni; fuori con un ottimo lavoro di hard rock americano “tradizionale” (dal titolo “Law Of The Order”) un “attimo” prima che la versione “moderna” di tale ambito stilistico (vedasi la voce “grunge”, sul dizionario del rock) travolgesse con il suo impeto iconoclasta tutta la scena, trasformando improvvisamente agli occhi dell’industria del disco una band dal futuro abbastanza promettente in una “roba vecchia” da mettere in un angolo, tentano di riscattarsi oggi in cui un certo tipo di suono sembra avere riconquistato un apprezzabile interesse.
Il nuovo “Gathering of the Faithful”, la cui genesi potrete leggere tra qualche riga, è un buonissimo albo di hard-blues, talvolta segnato anche da piacevolezze melodiche d’estrazione “adulta” e dimostra che c’è ancora “vita” sull’Isola e (parafrasando una battuta del famoso sacerdote di “Quelo” di Guzzantiana memoria) non solo il sabato sera!
A Voi le parole di Richard Black, stimabile cantante e a quanto pare, esplosivo frontman, tanto da aver ispirato in questo particolare ruolo addirittura un certo Axl Rose!

Ciao Richard e benvenuto su Eutk.net!
Ciao a te Marco, è un piacere fare la vostra conoscenza.

Direi di iniziare con una domanda piuttosto ovvia ma inevitabile: cosa Vi è successo dopo la pubblicazione di “Law Of The Order”?
In effetti, si tratta di una domanda assai “popolare” … Si è trattato di una sorta di “vuoto” improvviso; puoi immaginare come ci sentivamo quando le nostre “certezze” cominciarono a crollare. La versione breve della storia è che in un colpo solo perdemmo sia il management sia il contratto discografico. Senza un nuovo contratto e il relativo supporto finanziario, le nostre forze si esaurirono ben presto e questa situazione ci lasciò depressi e sfiduciati. Subito dopo questi avvenimenti gli stili musicali e la moda cambiarono profondamente, ma sono sicuro che conosci questa storia, l’avvento del grunge ecc. ecc. Insomma, in breve questa è la descrizione di quello che è avvenuto, ci accolliamo la piena responsabilità di tutta quella successione d’eventi che hanno condotto alla catastrofe e ce ne sono stati davvero molti. Lasciami però anche dire che allora eravamo un po’ ingenui, non conoscendo bene le logiche del biz e non capendo subito di chi ci si poteva fidare. Si vive e s’impara. A questo proposito, il consiglio del mio amico Jack Ponti mi risuona spesso in testa “assicurati di conoscere ogni aspetto del business, ma non farlo sapere a nessuno”, un buon suggerimento che mi sarebbe piaciuto poter mettere in pratica di più. Ai tempi comunque la pensavo diversamente.

I Vostri fans hanno aspettato per parecchio tempo il Vostro ritorno. Come mai avete scelto di rientrare nella scena proprio in questo momento? Credi che quello che stiamo vivendo sia un buon periodo per il tipo di suono che proponete?
E’ stato un mio amico a pungolarmi con l’idea del rientro, durante un pranzo in un locale di Glendale, nell’area di Los Angeles. Era venuto in possesso di alcuni vecchi demos e aveva l’intenzione di rimaneggiarli con lo scopo di registrare un nuovo album. A quei tempi pensavo che sarebbe stato praticamente impossibile metterla in pratica, visto che Spencer viveva in Germania, Chris in Inghilterra e che non avevo notizie di Greg da parecchi anni. Devo ammettere che ero assai allettato da questo progetto e quindi gli dissi di procedere con gli arrangiamenti, se pensava davvero che la cosa potesse funzionare. In seguito ricevetti una sua telefonata che mi portava notizie di Spencer e Chris, i quali stavano pianificando di venire ad L.A. per la fase di pre-produzione e di registrazione del disco. Credo che per un’operazione di questo tipo il momento attuale sia propizio sotto ogni punto di vista, sia che si tratti di quello personale delle nostre vite, sia per l’incremento d’interesse rivolto a questo tipo di suono.

Arriviamo, dunque, a questo “Gathering of the Faithful” … Cosa ci puoi dire su questo titolo leggermente singolare?
Gli Shark Island erano una sorta d’associazione di generi ed erano contraddistinti da concetti quali la fedeltà, l’amicizia e la crescita collettiva, e quest’attitudine si diffondeva oltre la band coinvolgendo allo stesso modo anche tutta la sua rete di supporto. Ironicamente è stato proprio il tradimento di questi tratti distintivi a fregarci, ma sto divagando …“Gathering of the Faithful” significa semplicemente che i “fedeli” si sono riuniti per un nuovo capitolo della loro storia.

Quali ritieni siano le principali differenze tra gli Shark Island del 1989 e quelli di oggi?
La prima ovvia differenza è in nostro nuovo batterista, e che batterista!
Per quanto mi riguarda Glen Sobel è uno dei migliori drummer al mondo … Un’altra differenza sostanziale risiede nell’acquisizione di una saggezza nuova nei confronti della vita e della musica.

So che agli artisti non piace mai farlo, ma se ti “costringessi” a scegliere una o più canzoni del tuo nuovo Cd, allo scopo di rappresentare lo spirito della band nel 2006, quali sarebbero le tue selezioni e perché?
Risponderò alla domanda sulla base delle sensazioni che provo in questo momento, trattandosi di scelte variabili in base all’umore. Sceglierei “Will to Power” o “Life goes on”, o, forse, “Go West”. Sono, in qualche modo, canzoni filosofiche e io sento un po’ filosofo.

Mi piace il Vostro Cd e apprezzo parecchio il Vostro approccio che sposa l’hard rock e il blues con un particolare gusto melodico, il quale, a mio modo di vedere Vi accosta a gruppi come Great White e Bad Company. Cosa ne pensi di questa mia “analisi”? Quali sono gli artisti che consideri importanti per la Vostra “formazione” musicale?
Un’analisi molto lusinghiera, ti ringrazio. Abbiamo subito moltissime influenze nel corso degli anni, quelle che tu hai citato e qualunque altra band dagli Aerosmith agli Zeppelin … va bene dalla A alla Z?

Il Vostro debutto su major “Law Of The Order” diventò una sorta di hit “minore” … Cosa ci puoi raccontare di quel periodo “glorioso”?
Ti posso dire che sono stati momenti belli, degenerati ed eccessivi, come quella volta che quel folle del mio manager ordinò una Limo che guidò per soli 100 metri. Immagino che sia facile spendere il denaro degli altri. Non considero quei giorni come un vero periodo di “gloria” … beh sì forse sono stati gloriosi, ma bisogna sempre guardare al futuro per costruirsi la possibilità di vivere momenti sempre nuovi e migliori.
A posteriori, cosa posso dire … Mi sono divertito molto e sono stato fortunato nel riuscire a sopravvivere.

In passato hai lavorato con il celebre songwriter Jack Ponti … Come valuti quell’esperienza?
Come accennato in precedenza ho scritto alcune canzoni con Jack durante un periodo sabbatico dedicato alla composizione in New Jersey … è stato divertente.

Nel disco su Epic ricordo che era inclusa anche una versione killer di “The Chain” dei Fleetwood Mac. C’è qualche altro brano che ti piacerebbe “coverizzare”?
“The Chain” era una live song molto efficace e ci siamo divertiti molto nel rifarla. Sono lieto che ti piaccia anche la sua versione in studio, ma personalmente credo che funzioni meglio dal vivo. Il produttore di quel disco non era molto coinvolto nell’attività e non gli dedicò una quantità sufficiente di tempo di “qualità”. Ecco perché è così bello auto-prodursi.
Qualche altra cover? Ne ho in mente una che potrebbe essere incredibile e magari la metteremo nel prossimo album … ma per il momento non voglio dire di più.

Tra i Vostri fans “della prima ora”, pare ci fossero Ratt, Motley Crue e Guns n’ Roses, tutti gruppi che hanno raggiunto un successo “planetario” … Se guardi al tuo passato, hai qualche rimpianto per qualche errore che non Vi ha consentito di eguagliarli?
In effetti, spesso nelle platee dei nostri concerti c’erano anche componenti di altri gruppi e questo era veramente cool. Rimpianti? Suppongo di averne talvolta, ma non credo di dovermi rimproverare nulla di realmente importante, sono stato molto impulsivo, qualche volta auto-distruttivo e forse, come già detto, anche un po’ ingenuo. Oggi, però, sono felice di poter continuare a suonare.

Siete famosi per le Vostre performance on stage, a quanto sembra, esplosive e coinvolgenti. Avremo la possibilità di verificare direttamente, magari qui in Europa, se questa “fama” è meritata?
E’ una bella domanda … Spero che potrete vederci dal vivo e stiamo lavorando per riuscire a concretizzare tale auspicio.

Ed ora cosa ci dobbiamo aspettare dagli Shark Island? Quali sono i Vostri piani? Spero che siate tornati per restare!
Beh, quest’ultimo anno è stato frenetico ed ora è giunto il momento di cominciare a preparare il materiale per il prossimo album, probabilmente lo faremo durante il tour. Ovviamente potete tenervi aggiornati sulla nostra attività tramite il sito www.Sharkislandmusic.com.

Il campionato mondiale di calcio in Germania è finito da poco e l’Italia ha vinto la Coppa per la quarta volta !!! Ti piace il calcio? Quali sono i tuoi interessi al di fuori della musica?
Complimenti! Io facevo il tifo per la Croazia (c’entra qualcosa il vero cognome di Richard –Czerny- in questa scelta? N.d.A.), Spencer per la Germania e Chris per l’Inghilterra, ma alla fine ha vinto la squadra migliore e sono contento della vostra vittoria.
Oltre alla musica mi piacciono le vecchie auto sportive e mi diverto molto nell’armeggiare e cercare di riparare qualche “ferrovecchio Inglese”.

Per concludere, c’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Sì … chiedo solo ai lettori di Eutk di riservare, dopo averlo acquistato, come minimo tre ascolti completi, dall’inizio alla fine, del nostro disco. Tre ascolti è tutto ciò che Vi chiedo. Sono sicuro che non rimarrete delusi.

Ok, siamo veramente alla fine, grazie ancora per il tuo tempo e spero di avere l’occasione di vedervi dal vivo …
Grazie a te Marco, per lo spazio che ci avete dedicato e mi auguro prima o poi di poterti incontrare di persona.

Intervista a cura di Marco Aimasso

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