Copertina 7,5

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2019
Durata:50 min.
Etichetta:InsideOut Music

Tracklist

  1. TERMINAL EARTH
  2. ANCIENT ASCENDANT
  3. ICARUS
  4. UNDER STARS
  5. AUTHORSHIP OF OUR LIVES
  6. THE SIGNAL
  7. THE ONLY TIME I DON'T BELONG IS NOW
  8. WHEN GRAVITY FAILS
  9. HOW BRIGHT IS THE SUN?
  10. INSIDE THIS MACHINE
  11. AN ENDING

Line up

  • John Mitchell: vocals, guitar, keyboards, bass
  • Craig Blundell: drums
  • Steve Vantsis: bass

Voto medio utenti

Giunge al termine la saga visionaria di John Mitchell dedicata a un’astronauta immaginario che viaggia nel tempo e nello spazio, e lo fa nel migliore dei modi grazie a un album equilibrato e riuscito sotto tutti i punti di vista (e facendomi tirare un bel sospiro di sollievo dopo lo “scottante” ultimo album marchiato KINO, ndr).

Il chitarrista inglese non ha mai celato le sue influenze, facilmente riconoscibili anche in questo “Under Stars”. Se non sorprendono i rimandi ai “mostri sacri” del prog come Genesis e Pink Floyd (penso alla titletrack o alla morbida “How Bright Is The Sun?”, che non avrebbe sfigurato in un album di Steven Wilson), c’è però da segnalare qualche decisa - e piacevole - incursione in territori ambient/elettronici (“Terminal Earth” profuma di Vangelis tanto quanto certe timbriche di “Icarus” e di “Inside The Machine” rievocano l’opera di Kraftwerk e Tangerine Dream).

Non mancano episodi più tirati - “The Only Time I Don’t Belong Is Now” e “When Gravity Fails” - in cui spicca l’estro di Craig Blundell, fedele batterista al fianco di Mitchell già da molto tempo (film già visto con Neal Morse e Mike Portnoy, no? ndr). Tra i (tanti) momenti soffusi, una menzione speciale va riservata alla conclusiva “An Ending”, perfetto epilogo corale dal gusto teatrale.

A presto Lonely Robot.

Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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